C’era una volta il CAF, acronimo per Craxi, Andreotti e Forlani, il trio dei segretari politici che dominava l’Italia.
Decidevano tutto: nomine, governi, incarichi, appalti, contratti, ambasciatori; il potere con la p maiuscola, ai massimi livelli nazionali.
Lo spread non c’era ancora, e se c’era, se ne stava buono, chiuso nelle contabilità delle banche e dei tesorieri.
I tre accontentavano tutti ed emettavano miliardi di titoli del debito pubblico; a vagonate, senza criterio e senza risparmio.
Noi governati sembravamo felici, ma ora quei titoli li dobbiamo rimborsare e siamo in crisi.
Oggi c’è però l’ABC, acronimo per Alfano, Bersani e Casini.
La triade sostiene il governo Monti, che cerca disperatamente di fare ciò che in venti anni, non son riusciti a fare diversi governi di centrodestra e centrosinistra: rimettere a posto i conti disastrati del CAF e dei loro immediati predecessori.
Quelli che non cambiano mai siamo noi contribuenti: cornuti e mazziati!