Magazine Politica

Dal Mali

Creato il 08 aprile 2013 da Cren

bamako, maliIn Mali lo stato si è sfasciato ben prima che capitan Sanogo, nel marzo 2012 , prendesse il potere per ristabilire l’ordine nel Sahel. Adesso sono previste le elezioni generali (forse a luglio) , nuove forze stanno emergendo ma sempre appartenenti alla vecchia classe dirigente, come il figlio del generale Moussa Traore , buttato giù da Amadou Toumani Tourè nel 1991. Nello scorse presidenziali (2007) votò solo il 40% dei cittadini. Intanto si continua a combattere a Timbuctu fra truppe governative, francesi e miliziani jidhaisti.

Lo stato s’è sfasciato come previsto, già anni prima, in un libro scritto da studiosi francesi (Jean-Francois Bayart e Betarice Hibou) dove la gestione centralizzata e corrotta del potere presagiva una progressiva criminalizzazione dello stato, gestito da Amadou Toumani Tourè (in breve ATT) e famiglia, adesso in esilio in Senegal. Terre vendute alle multinazionali, traffici di stupefacenti (un cargo pieno di cocaina precipitato nel 2009), corruzione dilagante, sia a livello centrale che locale.

Come ovunque questo stato di cose fa sorgere forze escluse che, in regimi chiusi, portano a colpi di stato e violenze o al sorgere di potentati locali e divisioni. In più l’espandersi dell’Islam favorisce la radicalizzazione delle proteste, spesso in chiave anti-occidentale.

Del resto, il regime è stato ampiamente sorretto dai donatori occidentali. Gli aiuti internazionali coprono 27,8 % del budget statale e i buoni rapporti con i donatori (stato donor darling) sono stati una delle cause del fallimento dello stato. Gli aiuti finivano massicciamente qui, piuttosto che in stati ben più bisognosi come i vicini Niger e Burkina Faso. Politici, burocrati e governo s’appropriarono degli aiuti ampliando corruzione e malgoverno e favorendo il malcontento degli esclusi. La buona governance (sempre auspicata dai donatori) s’è trasformata nella creazione di un elitè che, qui, come altrove s’è specializzata nelle relazioni con i donatori per succhiare soldi e favori.

Non sono bastati i teorici sistemi di controllo sui flussi d’aiuti perchè, come spesso accade per non fare brutte figure, è meglio insistere nell’errore che abbandonare. Nell’ottica della guerra al terrorismo nel Mali del nord, il governo ricevette milioni di dollari tramite la Pan Sahel Initiative e la Trans-Sahara Counterterrorism Operation. In più, tramite quest’ultima, armamenti sofisticati e training militari. I risultati sono allucinanti, il governo è caduto, l’esercito crollato e l’estremismo islamico , ha trovato, nell’endemica povertà della regione (malgrado 50 anni d’aiuti, come visto in altri post) una base fertile per espandersi. Unico risultato le ville dei burocrati e dei generali a Bamako, fatto che fa ancor più incazzare le persone e gli Imam che supportarono il colpo di stato.

Gli stessi burocrati internazionali come Daniele Rousselier (ambasciata francese) hanno dichiarato che i donatori “hanno attivamente favorito la corruzione, perché così vanno le cose in Mali. Tanti operatori che hanno lavorato nel Mali settentrionale testimoniano che gran parte degli aiuti hanno foraggiato clan locali favorendo la disgregazione. Tanto che è addirittura uscito un libro “Bamako”, dallo scrittore Abdeahnane Sissaki che racconta un immaginario processo alle istituzioni internazionali.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog