Sfogliando il numero di ottobre di “Missioni Consolata”, la rivista dei missionari della Consolata di Torino, diretta da p.Gigi Anataloni, mi sono imbattuta , proprio qualche ora fa, in una lettera inviata alla redazione da p.Sandro Faedi, missionario di “lungo corso” in Mozambico, con una grande esperienza del mondo giovanile.
E’ una lettera che racconta una storia bellissima, che ho piacere di condividere con gli amici, oggi, che in Mozambico è festa nazionale.
Si racconta di due giovani mozambicani, Gregorio e Venancio,che provenendo dalla missione di Vilankulo, quella dove fino a qualche tempo fa era impegnato nella pastorale missionaria p.Fabio Malesa, il nostro giovane amico e concittadino prima di trasferirsi a Maputo, hanno ottenuto lo scorso luglio, all’università di Bergamo, la laurea magistrale in Scienze pedagogiche con il massimo dei voti e la lode.
Tutto questo è potuto accadere perché i nostri due “laureati”,ancora ragazzini, dal loro paese natìo iniziano quasi per caso, come fanno i preadolescenti curiosi, a frequentare , richiamati dai racconti di altri coetanei, la missione dei Padri della Consolata di Vilankulo.
In seguito , attratti dalla bellezza della fede in Cristo Gesù ,decidono di essere cristiani e, alla missione, si adoperano subito come chierichetti.
Un percorso, tutto sommato, piuttosto scontato in un contesto di missioni africane.
Intanto, terminata la guerra civile, durata ben 16 anni, i missionari della Consolata unitamente alle suore Missionarie Agostiniane, anch’esse presenti in loco, riescono a gestire, in città, una scuola secondaria superiore,una volta superate le nazionalizzazioni delle missioni, quelle imposte dal governo.
Scuole che poi Gregorio e Venancio (terminate a loro volta le primarie in paese) frequentano e concludono con profitto.
Gli studi e la permanenza a Vilankulo non sono certo scevri di grossi sacrifici. Le famiglie dei due ragazzi , ormai due adolescenti, sono modestissime e anche piuttosto numerose , con tante bocche da sfamare e il lavoro per il capofamiglia che non sempre c’è.
Così arriva l’aiuto dei missionari attraverso la solidarietà di famiglie italiane e portoghesi, che sostengono gli studenti anche e, sopratutto, quando arriva la notizia che è possibile frequentare per quattro anni la Facoltà di Pedagogia dei Missionari della Sacra Famiglia, nella città di Maxixe.
E’ ancora un ulteriore bel passo in avanti per Gregorio e Venancio e i due, manco a dirlo, sono felicissimi.
L’abitazione a Maxixe non è che una baracca di canne presa in affitto. Non c’è luce e di notte si studia con l’ausilio di un lume a petrolio. Ma va bene anche così.
L’importante è centrare l’obiettivo, si ripetono entrambi per farsi reciprocamente coraggio e mettercela tutta.
Infatti arriva, con successo, anche il conseguimento della laurea breve in pedagogia.
Ma non è finita.
Grazie ad un accordo tra l’Università di Bergamo e la nuova Università di Maxixe si viene a sapere che per gli studenti mozambicani è possibile continuare gli studi e completarli con la Specialistica e il Dottorato.
Dal settembre 2010 al 2-3 luglio di quest’anno, in Italia, a Bergamo, Gregorio e Venancio studiano notte e giorno. Fanno esami, frequentano il tirocinio, stendono le loro tesi e , soddisfatti, concludono con lode, un percorso iniziato con gioia,ma anche qualche timore di non farcela, nella missione di Vilankulo anni addietro.
Essi, Gregorio e Venncio,a mio parere, sono l’esempio più eclatante di quella che sarà la futura classe dirigente del Mozambico , quella “sana che verrà.
Tutta tenacia e forza di volontà e, soprattutto, tanta fede in Dio, nel prossimo e anche nelle proprie motivazioni.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)