il mio capo ha una porta di vetro.
si vede dentro se è libero o se è occupato e lui vede chi sta per arrivare a “rompere” con qualche domanda strampalata.
ogni mattina quando arrivo, siccome è vicino al mio ufficio, faccio due passi e saluto.
durante il giorno ogni tanto mi affaccio, fiuto l’aria e valuto se entrare e rompere o meno.
ma di solito è lui a vedermi per primo e mi fa cenno di entrare.
quando esco passo dalla porta di vetro, faccio un cenno di saluto, lui ricambia e poi scappo verso il diciassette.
e così oggi, come tanti pomeriggi, mi sono affacciata ma non ho solo salutato con la mano velocemente, ho invece aperto un briciolino di porta e l’ho guardato senza trovare bene le parole.
“dimmi”
“sì, ecco, ti volevo dire”
“sì?”
“iodomanifacciosciopero. ciao!”
io domani faccio sciopero.
io domani faccio sciopero.
io domani faccio sciopero.
per i lucchesi: ore 9.30 piazza santa maria, ci vediamo lì!