L’Uganda è venuto in Italia a raccontarsi al meglio per far gola ai nostri investitori dei settori infrastrutture, energia, agroalimentare oil & gas.
L’Uganda ha previsioni di crescita del PIL pari al 6,7% per il periodo 2012-2015 e un’accelerazione al 12,9% nel 2016, in concomitanza con l’avvio dell’estrazione di petrolio. Il Paese dispone, infatti, di riserve petrolifere accertate per 3,5 miliardi di barili. Presenti, inoltre, risorse minerarie, idriche e forestali, una manodopera qualificata (30 università con 50.000 laureati all’anno).
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Il mercato potenziale di sbocco è sia quello interno, con i suoi 35 milioni di abitanti, sia l’ampia area dell’Est e Sud del continente, con l’adesione al Common Market for Eastern and Southern Africa (COMESA), di cui ha appena assunto la presidenza, alla East African Community (EAC), di cui assumerà la guida nel 2013, e alla Southern African Development Community (SADC). L’Uganda si configura così come un ponte verso 26 Paesi con una popolazione di 525 milioni di persone.
L’interscambio con l’Italia è ancora su livelli contenuti ma con trend comunque in significativa crescita: ha raggiunto nel 2011 quasi 100 milioni di euro superando di quattro volte il livello del 2004. I dati del 2012 sono ancora più incoraggianti, poiché ad agosto la somma di importazioni ed esportazioni tra Italia e Uganda aveva già oltrepassato i 75 milioni.
Tratto da “Diplomazia Economica Italiana” Sole 24 Ore di gennaio 2013
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