Più di quaranta tonnellate di surgelati provenienti dalla Cina, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza perché mal conservati all’Iterporto di Rivalta Scrivia. Le Fiamme Gialle hanno così impedito che venissero immesse sul mercato alimentare di tutta la provincia di Alessandria e non solo generi alimentari “tossici”. Nel gennaio dell’anno scorso un primo stock di prodotti alimentari surgelati provenienti da Shanghai, dopo un mese, è arrivato al porto di Genova e quindi all’Interporto di Rivalta Scrivia. Circa 20 tonnellate di cibo, surgelato e interamente destinato al mercato dei ristoranti e della gastronomia . L’intero stock, prima di essere distribuito nei moltissimi ristoranti e negozi che avevano ordinato la merce, veniva però concentrato nei magazzini della società importatrice, una società di capitali riconducibile a una coppia di coniugi cinesi situata alla periferia di Milano.
E’ qui che i finanzieri del Gruppo di Tortona si sono presentati, dopo i primi sospetti e le conseguenti attività investigative, muniti di un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. di Milano e hanno immediatamente bloccato le diverse tonnellate di cibo, per lo più verdure, provenienti dal lontano Oriente.
Gli alimenti surgelati prodotti al di fuori della Comunità Europea, infatti, sono soggetti a precise regole che l’Europa e l’Italia hanno fissato a tutela della salute pubblica. Tra queste, la principale è quella che obbliga il produttore che vuole vendere sul mercato nazionale ad ottenere, previa verifica del possesso dei requisiti minimi ritenuti necessari, l’iscrizione in un apposito elenco custodito presso il Ministero della Salute.
Poiché gli alimenti giunti dalla Cina non provenivano da uno stabilimento incluso in tale elenco, gli importatori avevano escogitato un abile sistema per eludere la norma. Giocando, infatti, su una serie di traduzioni approssimative dal cinese, all’inglese e poi all’italiano erano riusciti a “trasformare” i prodotti surgelati in prodotti congelati, prodotti cioè soggetti a una disciplina meno severa quanto ai requisiti necessari per l’importazione. Ma la differenza tra congelato e surgelato sta anche nella conservazione che se non adeguata, può alterare la genuinità dei prodotti. Prima di partire per Milano la Finanza ha controllato i camion, scoprendo il “trucco”.
Dopo questo primo sequestro, le indagini, sino a quel momento coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, si sono concentrate su altri importatori, al fine di verificare altre analoghe illecite importazioni. Così si è arrivati ad un altro cinese che, allo stesso modo, operava attraverso una società di capitali di Prato di cui era rappresentante legale. Nella circostanza, gli alimenti, dal peso complessivo di 23 tonnellate, sono stati sequestrati dai finanzieri e dai doganieri direttamente presso l’Interporto di Rivalta Scrivia.
A conclusione delle attività investigative, sono salite quindi a 43 le tonnellate di merce sequestrata dalle Fiamme Gialle di Tortona e a 3 il numero delle persone denunciate per frode nell’esercizio del commercio. Una di queste ha già chiesto di definire il processo con il rito del “patteggiamento”.
La Coldiretti che si è sempre fatta portabandiera della qualità dei prodotti che finiscono nei nostri piatti esulta e ricorda: “Il consumatore è stato ingannato dalle etichette non chiare. Meglio comunque scegliere sempre il made in Italy”.