Dalla tossicodipendenza alla creazione di un’azienda editoriale in un paesino sperduto della Basilicata. Vito Pacelli sta per compiere 40 anni ed è la dimostrazione di come si può rinascere dal vortice della droga e di come si può rilanciare un territorio, anche negli anni della più terribile crisi economica del secolo. Romagnano al Monte: ai più il nome non dirà niente ma è qui che Vito è prima caduto e poi si è rialzato, creando un azienda che dà lavoro a decine di giovani del territorio. Quasi un miracolo, visto che, a soli 15 anni, inizia il suo rapporto con la droga: “Ho vissuto un’adolescenza difficile, non avevo una guida, un punto di riferimento e mi sentivo inadeguato nei confronti della scuola, della società. La paura di non saper affrontare la vita, di non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo mi portò a fumare, a quindici anni, la prima canna. Ricordo che furono i miei amici a farmi provare, poi iniziai ad associare il fumo ad alcolici e superalcolici e tutto questo mi dava quella forza che non avevo”. Il trasferimento a Milano, per il servizio di leva, non fa che peggiorare le cose: “Lì ho iniziato a fare uso di eroina: mi sono bucato per due anni, anche 2-3 volte al giorno: si faceva una colletta e c’era una persona incaricata che andava a comprare la roba. La droga ormai era diventata il mio tutor, mi dava tutto ciò di cui avevo bisogno, mi faceva sentire la persona più sicura e forte del mondo”. I genitori non si accorgono di nulla finché, un giorno, Vito va in overdose di psicofarmaci e collassa in bagno. Rischia la vita ma riesce a salvarsi e il padre, conscio della gravità della situazione, scrive subito alla Comunità di San Patrignano.
E’ da lì che Vito torna a vedere la luce del sole: in comunità ci entra nel gennaio 1995 e ci rimane quattro anni. “Anch’io mi resi conto che avevo bisogno di aiuto, avevo perso tutti gli amici, nessuno si fidava più di me e io stesso non mi rispettavo – confessa Pacelli al Corriere del Mezzogiorno – Della comunità dove mi hanno curato o un ricordo molto bello di Vincenzo Muccioli, si prendeva cura di te a 360 gradi, è stato come un secondo padre.Se oggi sono qui e posso raccontare queste cose lo devo anche a lui”. Finita la cura, decide di cominciare il suo riscatto, nella famiglia e nel lavoro: “Conosco Emanuela, una ragazza acqua e sapone, la sposo e ho due figlie. Intanto, nel 2010, il mio centro stampa digitale è diventato una casa editrice, Booksprint, che oggi può contare su oltre 1.700 autori in tutt’Italia e circa 3.500 titoli in commercio”. I ragazzi che lavorano alle dipendenze di Vito Pacelli sono tutti under 40, dodici maschi e dodici femmine, un vero toccasana per un territorio dimenticato da tutte le istituzioni.