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DALLA FAMIGLIA PATRIARCALE a quella ALLARGATA

Creato il 20 gennaio 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

DALLA FAMIGLIA PATRIARCALE a quella ALLARGATASul canale 138 di Sky, (un nuovo canale con un nome maschile “Arturo” ma tutto mirato al target femminile) programmi originali e di qualità affidati a tanti volti amati della tv generalista. Una televisione dedicata a temi sociali, culturali e di costume per esplorare nuovi spazi, per cercare chiavi di lettura inedite del nostro vivere quotidiano.

Uno di questi professionisti è Enza Sampò,  con il suo “Viva

DALLA FAMIGLIA PATRIARCALE a quella ALLARGATA
l’Italia!” in onda il mercoledì ore 21.00 dove si parla dei cambiamenti del costume nella società  italiana dal secondo dopoguerra ad oggi,  un periodo in cui le trasformazioni sono state rapide e profonde. La Sampò ci accompagna in un viaggio tra passato e futuro, “come eravamo”, “come siamo”, “come potremmo o vorremmo essere”. Un ieri, oggi, domani sulle abitudini, sui comportamenti, sulle mode ma anche sui sentimenti degli Italiani.

Tema  della puntata: la  famiglia.

Insieme a Franco Grillini, presedente onorario dell’Arcigay e responsabile per i diritti civili dell’Idv, a Lella Costa attrice, a un padre separato che ha ottenuto l’affidamento delle figlie, e ad un figlio ventenne, cresciuto in una famiglia allargata, raccontano come è cambiata la famiglia italiana.

DALLA FAMIGLIA PATRIARCALE a quella ALLARGATA
Fino a non molto tempo fa la famiglia era totalmente diversa da come appare oggi.  Nella famiglia contadina degli anni ’60, esisteva una rigida separazione dei ruoli tra marito e moglie e tra genitori e figli. Il potere era nelle mani del maschio più anziano, che poteva decidere su ogni aspetto della vita, la donna, sottomessa al capofamiglia, (autoritario, severo con i bambini e spesso brutale) disponeva di  un’unica autonomia: la chiave della dispensa!   Le relazioni tra i coniugi e tra essi e i figli erano fredde e distaccate. Il bisogno materiale era notevole e non permetteva di pensare alla qualità delle relazioni umane, se non come forma di educazione e rispetto. La famiglia era un’unità allargata, estesa, che comprendeva i discendenti di una stessa linea familiare, ma poteva altresì far convivere al suo interno diversi nuclei familiari. Le famiglie contadine di allora erano decisamente numerose.

Dalla famiglia agricola a quella industriale, ed ecco allora il trasferimento dalla campagna alla città, si va al supermercato, sia acquista la Fiat, casa e famiglia si privatizzano, nasce addirittura il concetto moderno di vita privata e il lavoro è un impegno esterno, la famiglia vive come proprio momento pubblico le relazioni mondane di intrattenimento e divertimento. Arrivano  la pillola, il divorzio, l’aborto, le separazioni, l’abbassamento della maggiore età a 18 anni, la donna la troviamo sia dentro le mura domestiche che fuori, “autonoma” dall’universo maschile. Il femminismo cambia radicalmente la sua vita  mettendo tutto in discussione, una vera rivoluzione. Gli oggetti di consumo, inoltre, a lei destinati invadono aree considerate  prevalentemente maschili, come auto, bibite, prodotti bancari e assicurativi.  I giovani fino ad allora  “inesistenti” diventano protagonisti.

Tutti questi mutamenti culturali hanno portato ad una rivoluzione del nucleo familiare, con ruoli interscambiabili, dove i nuovi padri accudiscono i piccoli, raccontano favole, sono teneroni, cambiano i pannolini e danno il biberon, e non solo,  abbiamo anche famiglie allargate e quelle arcobaleno insomma una  famiglia moderna, nella quale i coniugi sono più soddisfatti della propria vita, nella quale non esistono ruoli ben definiti perché ognuno è capace di far bene anche il lavoro dell’altro; una famiglia nella quale i figli sono liberi di

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adottare valori diversi da quelli dei propri genitori, rapportandosi con loro in maniera critica e provando a vivere delle esperienze forti in prima persona, esperienze che arricchiscono e rinforzano l’Io.

Ma al contempo, la famiglia ha smesso di essere il punto di riferimento per i giovani che però, continuano a vivere all’interno di essa anche fino ai 40 anni… contraddizioni della società moderna!


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