Pubblicato da Stefania Auci
Cari lettori, tra poche settimane, la legge Levi che vieta sconti al di sotto del 15% sul prezzo di vendita del libro e che consente iniziative promozionali solo per periodi di tempo limitati compirà un anno dalla sua promulgazione. Varata come provvedimento a salvaguardia delle piccole case editrici e delle librerie indipendenti, pare invece aver scontentato tutti: sia le grandi catene di distribuzione che hanno visto diminuire i margini di guadagno, sia gli editori, e sopratutto le librerie indipendenti, che hanno sofferto più di tutte il vincolo posto dalla legge La crisi atavica del settore si è sovrapposta alla crisi economica che il nostro Paese sta attraversando, riducendo profitti e introiti e mettendo a dura prova la resistenza di realtà culturali vivaci quali sono appunto le piccole case editrici e le librerie indipendenti
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Eppure, ci son dei segnali di ripresa: attraverso l'iniziativa promozionale lanciata con il "Maggio dei libri" e il suo slogan "Leggere fa crescere" , si è dimostrato che il mercato italiano ha bisogno di stimoli per tornare a buone cifre di vendita. Forse è il momento di fare scelte coraggiose che per alcuni rasentano l'incoscienza, ma che potrebbero dare nuova linfa a un mercato librario asfittico qual è quello italiano. E' qualcosa che è già accaduto ed è la testimonianza di ciò che i lettori vogliono: il messaggio è giunto forte e chiaro. Perché durante il periodo dell'iniziativa che ha visto uniti editori, librai e catene di distribuzione, le vendite hanno avuto un balzo in avanti di oltre il 50%.
Le ragioni? Uno sconto del 20% sul prezzo di copertina, ottenuto grazie a un accordo tra associazioni di categoria. In una parola: non si tratta di abbassare i prezzi e offrire paccottiglia, ma di abbassare i prezzi, abbattere i costi della distribuzione e offrire letture di qualità.Per un tempo ristretto (secondo quanto previsto dalla legge Levi) le librerie si sono riempite di clienti; non sono stati venduti solo i titoli da classifica ma sopratutto i testi che spesso prendono polvere negli scaffali, ossia quelli non pubblicizzati, pubblicati da case editrici minori e che spesso rappresentano delle vere e proprie perle. Grazie al passaparola tra lettori e alla volontà di sostenere l'iniziativa dimostrata da parte degli autori che si sono trasformati in sponsor, il "Maggio dei libri" è diventato un fenomeno di cui tutti gli attori della scena editoriale italiana dovranno tener conto per la salute e la sopravvivenza dell'editoria italiana.
Quanto fino ad ora descritto si lega altresì alle considerazioni fatte da Sandro Ferri, fondatore della casa editrice e/o sul quotidiano la Repubblica. Nel suo articolo di approfondimento, Ferri suggerisce diverse strade per risollevare le sorti delle piccole librerie, il cui destino è legato a doppio nodo a quello dell'editoria indipendente. Suggerisce di trasformarsi in "luoghi di nicchia", di proporre agli acquirenti e mettere in vetrina quei testi che spesso non hanno visibilità e mercato, al fine di coinvolgere quei lettori che cercano il quid che esuli dal romanzo in classifica o dal prodotto di massa cui l'editoria generalista ci sta progressivamente abituando... Essere una sorta di osteria in stile slow food per combattere contro gli hamburger, per capirci.
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Tematica scottante, che ha suscitato reazioni vivaci da parte degli esponenti della categoria. Perché spesso i librai indipendenti fanno già questo: propongono testi particolari e raffinati, incentivano gli incontri con gli autori delle piccole case editrici. Ma sono costretti a tenere sullo scaffale le "Memorie" del calciatore o della velina di grido, o il libro di cucina, o l'erotico di bassa lega per poter offrire ai lettori quei romanzi che nutrono realmente l'anima del lettore.
Ancora una volta, dunque, ci si deve piegare a un compromesso per garantire la sopravvivenza (e per quanto tempo?) della cultura indipendente in Italia in un clima di grande incertezza, legato anche alla trasformazione del mercato editoriale e digitale, come testimoniato dalle scelte editoriali di Rizzoli, e che sarà oggetto di altri approfondimenti da parte della Redazione di Diario.
Cosa ne pensate?