E’ morto ieri 7 marzo a Roma il regista Damiano Damiani.
Damiano Damiani era un grande siciliano, ma non abitava in Sicilia ne era nato in Sicilia. Anzi essendo nato a Pasiano di Pordenone avrebbe potuto o dovuto essere assai lontano per sensibilità e cultura dalla Sicilia e dal sentire siciliano, ed invece nella sua lunga carriera di regista ha contribuito in modo notevole a far conoscere l’Isola ai siciliani, all’Italia ed al mondo intero, come tanti e tanti siciliani (per nascita) non hanno saputo e/o voluto fare.
Su questo blog ci si può imbattere in più post scaturiti da fatti di cronaca degli ultimi anni in qualche modo agganciabili a sue precedenti produzioni.
In particolare si è parlato de “La Piovra 1″ qui e qui de “La moglie più bella”.
Di lui si ricordano sopratutto i film dell’impegno civile, da “Il giorno della civetta“, del 1968 a “La moglie più bella” del 1970, da “Confessione di un commissario di polizia al Procuratore della Repubblica” e “L’istruttoria è chiusa: dimentichi” entrambi del 1971 a “Girolimoni“, del 1972, da “Il delitto Matteotti” a “Perchè si uccide un magistrato“, da “Un uomo in ginocchio” a “La Piovra 1” e a “Pizza connection“.
La sua idea di cinema era in fondo semplice, cinema non solo come espressione artistica, ma anche mezzo di denuncia sociale, in grado di mostrare senza censure o moralismi l’anomala normalità con cui viene vissuta la violenza e l’ingiustizia del potere in tutte le sue forme.
Qui alcune scene da “Pizza Connection” del 1985