Alessandra ingaggiata come sosia della Gaga nel nuovo video di Jovanotti
“Ragazzi, amici miei, cosa facciamo venerdì sera?” scrissi nella conversazione che ho creato su Facebook, conversazione che porta il nome di un famoso locale londinese e che viene ignorata a tutti gli effetti da coloro che invece dovrebbero animarla.Matty, il manager del gruppo scrive, o meglio impone il suo programma. “Venerdì andiamo al tributo di Lady Gaga”, non un punto interrogativo, né un sorriso compiaciuto. Un ordine. Fra, annuisce, io chiedo e prego che non ci si debba travestire, Giovanni (la grande assenza) sostiene di dover studiare. Di venerdì sera? Giovanni? Spallucce di dissenso. Quel fatidico venerdì io annientavo la pazienza certosina che teoricamente dovrebbe competere a Matty in quanto “migliore amico” a causa di cocenti delusioni poco amorose, arringavo il mio pessimo tempismo, il mio carattere “Non so cosa voglio ma so che voglio qualcosa senza sapere di cosa si tratti”, i miei sagaci bidoni durante queste ultime settimane. Nel dubbio ho aspettato a raccontare le suddette questioni a Fra perché nel mio immaginario è una persona profonda, a tratti cinica ma essendo un gran lavoratore non può perdere tempo dietro ai miei drammi quotidiani. Mattia invece sì, tra uno sbuffo e un altro chattiamo quasi tutto il pomeriggio rimbalzandoci consigli non praticabili che facciamo finta di ascoltare e assecondare.“Ancora non hai capito che le cose che mi dici tu passano pari pari a Fra?” disse Matty davanti al locale. Certo che lo so, non immaginavo però che le brutte notizie e le mie sfighe amorose arrivassero prima del mio “Ciao Fra, quanto tempo, che bello rivederti”. Loro sono i miei elettrostimolatori, cercano sempre di tirarmi fuori da quell’atteggiamento puritano (e chi ci crede!) che si addice più a Pollyanna piuttosto che a me. Non ne combino una giusta ultimamente, esco con le persone sbagliate e vorrei conoscerne altre ancora più sbagliate. Tra un numero di telefono cancellato e un alter ego che fa finta di essere insensibile, ammetto di cominciare a far confusione. Che fare? Matty e Fra, insieme (non vi dico il risultato) hanno cercato di farmi assimilare questo schemino mentale:
-Esci con chi voi, però ti preghiamo di fare una selezione all’ingresso. La reputazione prima di tutto.-Ti piace chiunque e i tuoi drammi sono ripetuti settimanalmente. Cambia solo il soggetto.-E’ tutto curriculum vitae. Questo lo aggiungo io, è la mia più grande giustificazione a riguardo.Dopo la strigliata Fra torna a casa presto perché lui ha una dolce metà che lo aspetta. E anche un aereo per Malta, due cuori, una capanna e il nostro più sentito disprezzo. (Invidia compresa).Io Matty e la sosia italiana di Lady Gaga riprendiamo le redini della serata, avevamo detto “tributo” e tributo sia. Un locale minuscolo con angolo cottura e angolo limone duro, un divano infestato da zecche e un deejay che ha capito tutto dalla vita. Tagliava le canzoni più belle, ne inseriva di terribili e ogni tanto remixava, così, giusto quando si ricordava il motivo per cui era pagato.
Alessandra, la nostra sosia, vestita da Lady Gaga con trucco incluso, si emozionava agli sguardi altrui consci che si trovavano di fronte alla Germanotta della Bassa Padana. “Certo che Ale è fortunata” disse Matty quasi con sconforto “Ha trovato la sua vera identità, ora dobbiamo solo buttarla in mezzo a Pomeriggio 5 vestita così e poi è fatta, sistemata a vita”. Ci immaginavamo i commenti alle foto come “Ma non vedete che è un uomo? Ha il pomo d’Adamo” oppure le siamo-solo-invidiose che scrivono “ Ah Frociara, lo sa tutta Milano che prima di Lady Gaga hai provato a fare la sosia di Britney, di Christina, di Beyonce e di Jessica Simpson”. In realtà si sono dimenticate di Kylie, mixata a quel foulard per cui le abbiamo coniato il titolo di Jacqueline quella sera di giugno. Ricordi di risate continue.
Alessandra è il nostro alter ego al femminile. Conosce tutta la popolazione gay del capoluogo lombardo, intesse relazioni pericolose con ex fidanzati altrui e lavora da Armani dopo mesi di pedinamenti e reclami a genitori dei piani alti di via Manzoni. Un urlo impazzito per le canzoni del nuovo album di Lady Gaga, un ripasso alle vecchie coreografie con perle senza tempo dal calibro di “Hung up” della vecchia gallina dalle uova d’oro, Miss Ciccone. Miss Belzebù. “Io ho sete, ma non ho soldi” “Manco io in realtà” dico a Matty con la gola arsa e bisognosa. “Andiamo là, dicono ci sia un cinese che fa i cocktail a soli 4 euro”.Siamo arrivati anche a questo, bere dai cinesi per evitare la bancarotta e quei duecento metri che ci separano dallo sportello Bancomat.Milano ci accoglie in queste serate che hanno un programma di inizio e sfociano in una più suggestiva fine. Loro tre, più la frociarola Ale, sono una famiglia di fratelli dispettosi, fratelli maggiori che piuttosto di dirti “Hai ragione, non potevi fare diversamente”, si farebbero calare giù dall’Empire State Building tenuti dall’alluce. Adorabili. Un cuore di cioccolato ripieno. Che libidine. Queste tre comari, queste tre Parche senza forbici, in fondo mi vogliono bene e non hanno piacere a sopportare le mie disavventure. O almeno credo, perché ho come l’impressione di essere un oggetto di conversazione molto divertente. “Voi non avete idea dell’ultimo appuntamento del mio amico..” dissero a mensa ai colleghi. Ve possino, come si dice a Roma.