Non ho mai amato i saggi di danza. Forse per colpa di quel primo saggio, all’età di 5 anni, nel quale mi hanno vestita da stupido fiocco di neve (e dopo quello smisi con la danza e iniziai con il basket) o forse per colpa della didattica che si interrompe per preparare tre minuti di niente, o forse per colpa delle duemila coreografie da inventare, le musiche, i costumi, le prove, le madri che sclerano. Ma è anche il suo bello. E comunque, li devi fare per forza!!! ;) Quest’anno, però, ho davvero apprezzato tantissimo il saggio della scuola Imago-Lab, pensato e ideato dalla sua istrionica direttrice. Uno spettacolo perfettamente incastrato (in tutti i sensi) nell’antica fornace di Ugo Poggi.
Un’antica fornace artigianale che dal 1919 produce terracotta in tutte le sue forme: dai mattoni alle tegole, fino agli orci, arredi da giardino e pezzi di design per ambienti moderni e contemporanei. Ballerine e ballerini si sono inseriti in questo contesto incredibile, sfruttandone tutti gli ambienti, forni compresi, e traendo ispirazione dal materiale, dai colori, dalle forme, dal lavoro…
Uno show itinerante, che ha portato gli avventori a scoprire i locali di questa fabbrica e a godere di pezzi costruiti su misura, resi davvero suggestivi dalla cornice, dalla musica suonata dal vivo, dalle voci liriche misteriose che hanno invaso le stanze dando il via alle danze.
Non sono mancanti inconvenienti tecnici (dopotutto ballare tra la polvere e su pavimenti sconnessi è un’altra prova di abilità per ballerini professionisti e non) ma nessuno dei presenti se n’è accorto
;) Due giorni, quattro repliche, una grande fatica ma anche una bella soddisfazione, visti gli apprezzamenti.
Sono stati due giorni impegnativi, ma anche interessanti,
alla scoperta di un mestiere sconosciuto, tecniche di lavorazione antiche e processi di produzione dei quali ignoravo l’esistenza. Vuoi mettere passare delle ore tra i vasi e all’aperto piuttosto che rinchiusa al buio di un teatro?!?
Ovviamente le mie “
fornacine” in versione “hip hop” hanno creato un po’ di sano scompiglio, ma niente di sconvolgente: avevano comunque un look in linea con l’ambiente. Lo spettacolo, purtroppo, ve lo siete perso.
Ma la fornace rimane aperta al pubblico…se passate da Firenze, o meglio, dall’Impruneta, un salto fatecelo…
E poi, con un finale così, non si poteva che rimanere a bocca aperta. Brava Manu…e bravi tutti i giovani danzatori (educati, disciplinati e silenziosi…la prima volta che vedo cuccioli che non fanno casino…complimenti alle maestre)!!!