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Daniela Santanché: la pitonessa batte cassa

Creato il 31 agosto 2013 da Tafanus

Perdite e debiti per la Santanché. E lei si affida all'ex marito. In un valzer di affari spericolati. Sul filo del conflitto d'interessi (di Vittorio Malagutti - l'Espresso)

Santanchè-bandalarga

La Pitonessa

Daniela Santanchè, in arte Pitonessa, è una signora molto impegnata. Scudo umano al servizio di Silvio Berlusconi, fa il diavolo a quattro sui giornali e in tv. Interviste, discorsi, polemiche: tutto quanto fa spettacolo per tenere alta la tensione sul fronte politico. Anche a costo di esagerare, scatenando una faida tra falchi e colombe nelle fila dei parlamentari berluscones. Che volete? Lei è fatta così. Chiedere moderazione a Daniela Santanchè è un po' come pretendere coerenza da Scilipoti. Mission impossible. E così la Pitonessa tira dritta per la sua strada, magari abbassando il volume per qualche giorno. Una faticaccia, anche per una donna a cui tutti, avversari compresi, riconoscono un'eccezionale capacità di lavoro.

Solo che di questi tempi, oltre a difendere l'amico Silvio dal «golpe ordito dalle procure», la più rumorosa delle Erinni del Cavaliere è costretta ai salti mortali con un altro obiettivo. Indossato il tailleur d'ordinanza, la manager Santanchè sta cercando di stendere una rete di sicurezza attorno alle sue aziende, assediate da perdite e debiti.

Mica facile. Soldi ne girano pochini, di questi tempi, nel gran mondo della pubblicità. E anche la pasionaria del Pdl, una che ha sempre goduto di entrature importanti nelle aziende e nei giornali, deve remare controcorrente per tenere a galla Visibilia, la concessionaria che ha creato dal nulla nel 2007 e gestisce, tra l'altro, la raccolta pubblicitaria del "Giornale" berlusconiano.

La battaglia politica e quella aziendale sono intrecciate l'una con l'altra. Il crollo del tempio di Arcore sarebbe un colpo pesante, forse definitivo, per gli affari della signora di Cuneo, nata Garnero prima di prendere e mantenere il cognome del primo marito, il chirurgo estetico Paolo Santanchè da cui ha divorziato nel 1995.

Non c'è tempo da perdere, allora. Il tesoro di famiglia va messo in sicurezza il più presto possibile, sperando in un futuro berlusconiano e nella ripresa dell'economia. Un piano perfetto. E i soldi? Per il momento Santanchè gioca di sponda. Visibilia ha bisogno urgente di liquidità? Ecco apparire all'orizzonte Canio Mazzaro, che poi sarebbe il secondo marito della Pitonessa. I due si sono separati qualche anno fa ma adesso sono tornati a far causa comune. Questione di affari, non di cuore. Daniela Santanchè è la compagna di Alessandro Sallusti, il direttore de "il Giornale". Mazzaro invece è appena uscito da una storia con Rita Rusic, l'attrice nota anche come ex moglie di Vittorio Cecchi Gori.

L'ultima conferma della rinnovata alleanza è di pochi giorni fa. Bioera, una piccola azienda quotata in Borsa, investe 900 mila euro in Visibilia. La somma, in apparenza esigua, non deve ingannare. A giochi fatti il nuovo azionista avrà il 40 per cento della concessionaria di pubblicità, che l'anno scorso ha visto diminuire il fatturato del 20 per cento (da 26 a 21 milioni) e ha un bilancio in traballante pareggio (rosso di 30 mila euro) appesantito da oltre 14 milioni di debiti con le banche. Ecco, allora, che i soldi di Bioera servono a riequilibrare una situazione patrimoniale preoccupante soprattutto per i banchieri che in passato hanno generosamente finanziato i business della deputata più azzurra che c'è.

Nessun problema, se non fosse che tutta l'operazione corre sul filo sottilissimo del conflitto d'interessi. Sì, perché giusto qualche mese fa, nel maggio scorso, Daniela Santanchè si è comprata il 14,5 per cento di Bioera, che è controllata da Mazzaro. Dunque, marito e moglie, separati nella vita, si danno una mano l'uno con l'altra. In mezzo però ci sono i piccoli azionisti. Quelli di Bioera, che vende cosmetici biologici, un'attività che a prima vista appare piuttosto lontana da quella di Visibilia. Che c'azzeccano le creme con le inserzioni pubblicitarie? Va detto che la coppia Mazzaro-Santanchè ha rispettato tutte le formalità del caso, quelle imposte dalle legge per tutelare gli interessi dei soci di minoranza.

Bioera ha anche convocato un'assemblea degli azionisti per allargare l'oggetto sociale all'attività di holding, così da mettersi al riparo da eventuali ricorsi. Forse però si poteva fare di meglio. Mazzaro, per dire, ha affidato l'incarico di valutare la congruità dell'investimento (fairness opinion) allo Studio Morri Cornelli Associati, ovvero i professionisti di fiducia dello stesso Mazzaro. E questa non pare esattamente una garanzia di indipendenza agli occhi dei piccoli azionisti, probabilmente già preoccupati del fatto che Bioera, uscita dal tunnel del concordato preventivo, spenda 900 mila euro, pari a quattro volte l'utile consolidato del 2012, per investire in una società di pubblicità.

Gli amministratori di Bioera non hanno di questi timori. Sono sicuri che "la combinazione dei business attualmente condotti dalle due società permetterà la creazione di valore per tutti gli azionisti", come si legge nel prospetto informativo pubblicato nei giorni scorsi, quando è stato reso noto l'affare tra i due ex coniugi. Eccesso di ottimismo? Lo capiremo nei prossimi mesi.

Per il momento i vantaggi di gran lunga maggiori li porta a casa la coppia Mazzaro- Santanchè. Vantaggi immediati, vantaggi cash. Frutto di un doppio gioco di sponda. Nel maggio scorso, come detto, la deputata Pdl ha comprato il 14,5 per cento di Bioera per 2,4 milioni. L'operazione ha messo fine a una lunga disputa, con tanto di ricorsi incrociati in tribunale, tra Mazzaro e un importante azionista di minoranza, il fondo First Capital. Quest'ultimo, il 24 maggio scorso, ha girato le sue quote alla deputata Pdl, che le ha comprate a un valore doppio del prezzo di Borsa di quei giorni. Titoli strapagati, a dir poco. Tre mesi fa non era facile capire il senso di una simile operazione, a parte l'evidente favore a Mazzaro. Il quale è così riuscito a garantire una buonuscita (a spese altrui) a un ingombrante azionista. Con l'ingresso di Bioera nel capitale di Visibilia, annunciato pochi giorni fa, lo scambio è evidente a tutti e il cerchio dei favori reciproci finalmente si chiude.

C'è almeno un elemento in più, però che va tenuto presente. La manager Santanchè, come detto, ha speso 2,4 milioni per rilevare il pacchetto di titoli Bioera. Documenti alla mano si scopre che quei soldi arrivano dalle casse di Visibilia. L'operazione è infatti stata formalmente portata a termine dalla D1 Partecipazioni, una società costituita ad hoc e controllata per intero dalla deputata. A sua volta, però, D1 partecipazioni ha preso a prestito da Visibilia il denaro necessario a comprare la quota nell'azienda quotata in Borsa e controllata da Mazzaro.

Quindi, tirando le somme, lo schema è il seguente: D1 Partecipazioni investe in Bioera che investe in Visibilia che presta soldi a D1 Partecipazioni. Ecco fatto. Il cerchio si chiude una volta per tutte, in quella che appare come un'apoteosi del conflitto d'interessi. L'altra novità di questi giorni è che, come ha reso noto la stessa società, Visibilia si prepara a chiedere la cassa integrazione per una parte dei suoi 22 dipendenti (15 a tempo indeterminato).

Quindi, mentre da una parte la deputata Pdl è costretta ad affidarsi agli aiuti pubblici per superare la crisi, dall'altra la stessa Santanchè mette mano alla cassa di Visibilia per investire nell'azienda dell'ex marito. Il quale, peraltro, nel giro di due mesi ha già in parte restituito il favore, girando 900 mila euro a Visibilia. Soldi non suoi, ci mancherebbe, ma sborsati da Bioera, che è quotata in Borsa.

Denaro ben speso? Non è detto. Coi tempi che corrono, e i bilanci che hanno, Bioera e Visibilia potrebbero anche rivelarsi investimenti azzardati. E allora, in casi come questi, è meglio avere a portata di mano un paracadute. L'onorevole Santanché, per esempio, l'anno scorso ha ricevuto 16 mila euro lordi al mese come presidente di Bioera. Un incarico, quest'ultimo, con deleghe operative limitate e che certo non ha occupato a tempo pieno la parlamentare-manager, già impegnata (con relativi compensi) come numero uno di Visibilia e, a partire da febbraio, anche come deputata.

Mazzaro invece, che è direttore generale di Bioera, nel 2012 ha ricevuto dal gruppo, comprese le aziende controllate e collegate, circa 460 mila euro. Non basta. Grazie a un complicato gioco societario l'ex marito della Pitonessa è riuscito a finanziare per 500 mila euro la sua Pierrel, un'altra società quotata in Borsa da lui presieduta. Solo che i soldi sono arrivati da un'ex controllata di Bioera che Mazzaro ha venduto a se stesso con perfetta scelta di tempo. Fine dei giochi. Di prestigio. (Vittorio Malagutti)

Espresso


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