“Non importa quante volte cadi ma quante volte cadi e ti rialzi”
Questa frase deve essere scritta su quei classici post-it gialli da attaccare magari allo specchio, quelli che servono per ricordare al nostro Danilo Gallinari che la voglia di riprendersi ciò che ci si è meritati permette di superare ogni disavventura.
Negli ultimi tempi infatti Danilo non ha certo dormito sonni tranquilli considerando l’intera stagione passata (2013/14) ai box a causa della rottura del legamento crociato interiore, continuando con l’improvviso cambio di direzione tecnica che ha portato al licenziamento dello stimato George Karl per far posto a Brian Shaw che non ha mai seriamente puntato sul Gallo all’inizio di questa stagione (e che ha creato diversi malumori nello spogliatoio). Era naturale gestire al meglio il minutaggio di Danilo dopo il lungo stop, ma la sensazione è che Shaw non lo ritenesse davvero un franchise-man.
Andrebbe poi aggiunto l’arrivo (o meglio il ritorno) questa estate di Arron Afflalo che ha recitato (insieme a Lawson) il ruolo di primo terminale offensivo strappandolo quindi al numero 8 Nuggets, salvo poi essere scambiato alla trade deadline con i Portland Trail Blazers. E considerando anche l’allontanamento di Shaw dalla panchina qualche settimana fa per Gallinari si sono quindi presentate le migliori condizioni per riprendersi i suoi Denver Nuggets tornando ad affermarsi come il leader su cui costruire il futuro della franchigia.
Le statistiche pre e post infortunio di quest’anno aiutano a capire quanto il “Gallo” sia pronto a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, anche se a dispetto della stagione 2012/13 le sue statistiche mostrano una leggera flessione negativa:
Con uno sguardo al presente si può osservare il contributo fondamentale che Danilo sta portando in campo da quando è tornato a pieno regime, ed “un passo per volta” come detto da lui in una recente intervista, si potrà iniziare a progettare il futuro, a partire però dalla prossima stagione dato che il record dei Nuggets di questa stagione (26-42) lascia pochi dubbi circa l’impossibilità di lottare per i playoff a Ovest.
Tuttavia è possibile pensare alla prossima estate come alla stagione della rivincita per il team del Colorado: gli ingranaggi più importanti della squadra (che oltre a Gallinari annovera giocatori del calibro di Ty Lawson e Kenneth Faried) non sono in scadenza di contratto e magari con un nuovo head coach (nel caso non venga confermato l’attuale coach ad iterim Melvin Hunt, nome gradito a Danilo, anche se si parla con insistenza di Mike D’Antoni) si potrà pensare di attirare a Denver un top free agent da inserire in un contesto giovane (che comprende anche Josuf Nurkic, Gary Harris e Joffrey Lauvergne) ma desideroso di fare il definitivo salto qualità stile Golden State Warriors o Atlanta Hawks.
Le fortune di Denver passano però dal nostro Danilo e dalla sua voglia di rivincita nei confronti di due anni molto negativi saranno di sicuro un grande boost per i Nuggets desiderosi di sbrigare le ultime pratiche di questa stagione per pensare seriamente al futuro.