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Dare il “Mi piace” nel Facebook Parlamento

Creato il 04 marzo 2013 da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
Prendendo per attendibili le dichiarazioni dei protagonisti, stiamo messi come segue.
Il PD non vuole allearsi col PDL e non può allearsi col M5S.Il M5S non vuole allearsi né col PD né col PDL.Il PDL, ignorato dagli altri due per rigetto da incompatibilità, ha l’indubbio vantaggio di poter stare in disparte a godersi lo spettacolo.Non se ne esce. E diventa più probabile l’eventualità di nuove prossime elezioni.Adesso qualche considerazione.
Ho valutato e deciso di non andare a votare, ma, in un eventuale regime elettorale dove il dovere di voto consistesse nel prelevare a domicilio i reticenti, condurli al seggio a manganellate e obbligarli a esprimere per forza una preferenza, avrei votato M5S. L’avrei fatto pieno di perplessità su questa nuova forza politica, ma anche con la certezze di provare disgusto tanto per il PDL quanto, in differente misura, per il PD.
Il M5S ha dalla sua il vantaggio di rappresentare una presenza nuova nell’ammuffito e corrotto quadro generale, il che permette alle sue cinque stelle di risplendere comunque: se non per luce propria, per riflesso di contrasto, se paragonate all’opacità dei tradizionali, sporchi ammassi politicanti.
Il M5S probabilmente si aspettava che le urne gli assegnassero un buon risultato percentuale, tale da poter accedere al Parlamento e poter iniziare a farsi le ossa, mostrandosi finalmente agli Italiani come presenza politica consacrata, virtuosa, pronta a sostenere ogni provvedimento utile a combattere privilegi partitocratici e malaffare pubblico; e pronta a osteggiare qualsiasi collusione col malcostume di questi anni.
Invece, “purtroppo” per Grillo e Casaleggio, i risultati elettorali hanno scompaginato la loro strategia di comodo. Il M5S è andato oltre ogni rosea aspettativa, fino al ruolo, già dalla sua prima entrata in Parlamento, di possibile forza di governo. Ruolo impegnativo per chi è al debutto, ruolo che diventa imbarazzante, perfino scomodo per chi non sa ancora che pesci pigliare. Il vademecum comportamentale è risultato di colpo inadeguato. Se il M5S avesse preso una percentuale del 10% (come Lista Civica, per intendersi), le direttive regolamentari interne non farebbero una piega: vietato accettare alleanze, cercare di realizzare il più possibile il proprio programma. Adesso, col 25% dei voti, i due punti programmatici vanno in corto circuito. Realizzare al meglio parte del programma, significa doversi impegnare nella formazione del Governo, quindi allearsi con uno degli altri due. Non allearsi con nessuno significa de factoridurre al lumicino la nascita di un Governo, quindi rinunciare a realizzare alcuni punti del programma, proprio a causa dell'ostruzionismo del M5S medesimo.
Con la strategia mandata a puttane dall’inatteso successo, si è dovuto imbastire una tattica da puttanate di propaganda, con target comunicativo da Corriere dei Piccoli. A poco serve che, con disco rotto e faccino sorridente da bimbo che ha mandato a memoria la lezione, Federico Pizzarotti parli di coerenza comportamentale (evidentemente ragiona ancora in modalità 10%) o che Marta Grande risponda imperturbabile che il Movimento valuterà e sosterrà ogni provvedimento in linea col programma M5S. Avrà pure due lauree, ma direi che o ci è o ci fa. Nel dubbio conviene eleggere la Pimpa a portavoce del Movimento.
Come ho già detto, il M5S non soltanto ha il diritto di comportarsi come meglio crede ma, rispetto alla pluriennale sporcizia politica degli altri due, per quel che mi riguarda vale sempre più del PD e del PDL: colpa dei due compari se alla fine la protesta ha preso forma di forza parlamentare con la quale dover fare i conti; merito del M5S se la rabbia si è incanalata in un centinaio di scranni in Parlamento anziché altrove.
Non mi sta invece bene che, pronti via, il M5S adotti subito comportamento politicante e linguaggio politichese. Dire che non ci si vuole alleare con nessuno è una scelta politica. Aggiungere che si voteranno i punti condivisi è una limpida presa per il culo argomentativa verso i cittadini (da una a cinque stelle, compresi ostelli e bed and breakfast), poiché quel momento non arriverà mai.
Grillo e Casaleggio possono anche perseguire la loro linea di costringere PD e PDL a fare “lingua in bocca” per l’ennesima volta. Possono sedersi comodi, invasi da sadico piacere come due guardoni, in un Parlamento ridotto ancora per un po’ a cinema porno della politica, finanziato sulla pelle degli Italiani. Ancora per un po’, fino alle prossime elezioni, quando puntano a prendere ancora più voti.
Questo modo di fare è molto scaltro e furbo, perché rifiutandosi di dare la fiducia al Governo Bersani, il M5S piglia due piccioni con una fava: si mantiene distinto dalla Casta ed evita di doversi mettere alla prova con la vera complessità di Governo. Stare seduti sulle poltroncine del Facebook-Parlamento a pigiare il pulsantone del Mi piace o Non mi piace sotto i post legislativi, lascia agli altri responsabilità e oneri. Il M5S si prende solo gli eventuali meriti del pollice su. Questo comportamento è sicuramente più in linea col concetto di uomo-avatar da democrazia digitale. E mette al riparo da eventuali esami per verificare competenza o incompetenza dei parlamentari M5S. E non prendiamo per i fondelli l'ignoranza fondamentale di Bartolomeo Pepe, che lui non cià mica tempo da perdere col saper scrivere e saper leggere e con la destra e la sinistra (Domenico Scilipoti ha trovato pane per i suoi denti). Grillo non si espone nemmeno al rischio di dare l’amicizia a Bersani, pur potendogliela togliere quando vuole.
Quando Grillo e Casaleggio affermano che il M5S non si alleerà mai con nessuno, dovrebbero sviluppare fino in fondo (pacatamente o urlando, come sono più a loro agio, in ogni caso a beneficio delle webcam dei cittadini) l’idea che hanno di confronto, collaborazione e accordo parlamentare, quando il Movimento deve fare i conti con la democrazia vera, tra persone fisiche, che è cosa più complessa di Second Life. L'idea è: o si fa come cazzo vogliamo noi (e lo faremo quando e se avremo la maggioranza da soli in Parlamento) oppure fate come cazzo pare a voi, noi siamo qua soltanto per dare il “mi piace” o rompere i coglioni. Cazzi vostri. Per quanto mi riguarda, fossero anche i depositari della migliore verità, fosse anche veramente la migliore verità, soltanto nelle menti dittatoriali o semplicemente meschine, la verità di parte è insofferente alle altre e le ricatta. Solo i prepotenti e i farabutti considerano unica ipotesi accettabile quella di  imporre con sorda prepotenza  la propria Verità per tutti. Certe proposte di Verità, per me, sono false a prescindere.
Di fatto, anche se Bersani, nell’andare in Parlamento a chiedere la fiducia, leggesse ad alta voce il programma del M5S, facendolo suo come obiettivi da realizzare, Casaleggio e Grillo hanno dato disposizione ai loro parlamentari di non votare in ogni caso la fiducia. Ciò che emerge in questi primi giorni postelettorali è che al M5S sta molto a cuore salvaguardare la propria immagine rifiutando qualsiasi legame o alleanza con i tradizionali partiti. Piuttosto di rischiare un minimo danno di ritorno d’immagine sul M5S, piuttosto di correre il rischio che l’immagine del PD possa trarre beneficio dalla luce delle Cinque Stelle, si preferisce rischiare su un maggior danno sulla pelle dell’Italia, dovendo andare di nuovo al voto.
Se riguardasse soltanto Bersani, a me fa anche divertire che la gatta M5S non si lasci pelare in nessun modo. Ma pare ci siano di mezzo anche gli interessi del Paese. Ho sempre più il sospetto che, fosse anche con intenzioni diametralmente opposte a quelle dei soliti politicanti, i nuovi arrivati siano lì per fare i propri interessi, magari non individuali o sottobanco, ma dichiarati e di partito. Comunque di parte, comunque non l’interesse del Paese. Fosse anche per il solo gusto di fare i dispetti a Bersani, per puro puntiglio, prevale la logica che la salvaguardia della personale convenienza non va rischiata a favore di un maggiore interesse collettivo.
Le dichiarazioni di Grillo e di Casaleggio, in questi pochi giorni, non soltanto mi hanno insinuato questo sospetto, non soltanto mi hanno reso sinceramente antipatico il M5S, mi fanno anche frullare in testa una domanda.
Può essere il Movimento Cinque Stelle utile alla crisi dell’Italia, o la crisi dell’Italia può essere utile al Movimento Cinque Stelle?
Se si torna a votare, non so che farò. Ma se dieci giorni fa ci sarei andato soltanto per la tentazione di votare per protesta il M5S, la prossima volta, stando così le cose, se andrò a votare sarà soltanto per un voto di protesta, contro il M5S. Protesta verso chi, avendo avuto il merito di arrivare a ottenere il 25% delle preferenze e di trovarsi nelle condizioni di poter attuare parte del proprio programma, non l’ha fatto, sacrificando ancora una volta il millantato interesse del Paese sull’altare di un calcolo di convenienza. L'ennesima prova di egoismo e ottusità di una delle tante parti capricciose e non conciliabili di un tutto chiamato "interesse collettivo". Un tutto considerato di interesse secondario, funzionale soltanto a cullare la propria vanità di parte.
Peggio dei delinquenti ci sono soltanto i fanatici. I primi agiscono in consapevole malafede, quindi all'occorrenza, anche solo per tornaconto, sanno ascoltare le ragioni degli altri. I secondi agiscono in buonafede, proprio per questo sono più pericolosi, perché non sono mai in grado di sentire le ragioni degli altri, essendo troppo occupati a sostenere la Ragione della propria Verità.
I delinquenti sfruttano l'ignoranza. I fanatici sono l'ignoranza.
K.

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