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Dario Fo e omicidio-suicidio

Creato il 10 novembre 2010 da Sogniebisogni

Molto più lungo, ricordo solo la fine (…) Sono in un ufficio con una ragazza (forse è la mia ragazza) perché vogliamo richiedere un visto per entrare negli USA. A un certo punto nella stanza entra Dario Fo. È evidente che ha sbagliato stanza e sta per uscire, lo saluto e gli porgo la mano dicendogli: «Si ricorda di me? Tempo fa ci siamo conosciuti e le avevo dato delle cose che avevo scritto per un parere…». Fo mi sorride e dice: «Non ricordo, non ricordo, ma comunque mi spedisca di nuovo tutto…». Gli dico scherzando: «Certo, le spedirò questa roba finché non l’avrà letta…». Se ne va mentre io penso: «Ormai questo è rimbambito, non leggerà mai niente di mio…» (…) Per qualche motivo sono uscito dall’ufficio, al mio rientro mi accorgo che la mia ragazza è a terra morta con un fucile in mano, vicino a lei c’è il corpo del funzionario che ci doveva dare il visto. Sono disperato, anche perché penso che daranno la colpa a me, però non sono stupito che lei si sia suicidata, era come una cosa che poteva succedere. Chiamo per telefono un’altra donna perché mi aiuti. Lei entra nella stanza e dice: «Ora avverto un po’ di gente via cellulare, così ci vengono a prendere». Parliamo ma non ricordo cosa diciamo (…) (Mi sveglio).


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