Dario torna a casa la sera

Creato il 28 novembre 2013 da Frankezze

Dario dopo le sue quotidiane 9 ore di lavoro sottopagato sta per tornare a casa, percorrendo lo stesso tragitto che percorre da quasi 3 anni, da quando ha trovato quel lavoro, quel lavoro sottopagato e precario che gli consente di avere una vita lontano dal paese dove è nato, dove lavoro non c’è, e quindi non c’è vita. È davvero terminata l’epopea del berlusconismo.

Dario ha 30 anni e sta per tornare a casa. Avere 30 anni oggi vuol dire camminare sulla terra sbriciolata verso nessun luogo, dove tutte le strade portano indietro. Hai sentito di Berlusconi? Dario è molto stanco, come tutte le sere quando esce dal lavoro, ha poca voglia di parlare, ha poca voglia di pensare, ha poca voglia di vivere. Per quello stipendio da fame, può permettersi solo imprecazioni e sputi. Dario sta male, dice che Berlusconi è decaduto e non è più senatore, ma chi se ne fotte di Berlusconi, Dario non sa come arrivare a fine mese, Dario non sa come arrivare a casa, Dario non sa neanche se ci arriverà a casa, a quest’ora della sera, perché Roma sa essere pericolosa la sera.

Dario, come molti suoi coetanei, è vittima della rabbia, una rabbia che brucia le possibilità del bene, le fagocita, le immagazzina nello stomaco, fino a imprigionarti in una spirale di delusioni tossiche da cui rimani dipendente. La rabbia è un sentimento intraducibile, è la madre puttana del rancore, figlia solo del disprezzo che hai per te stesso, che lentamente ti divora anima e corpo fino a lasciarti briciole di quello che un tempo eri. Non si sa bene da dove arrivi questo malessere, Dario pensa sia semplicemente un marchio di fabbrica della sue generazione, quella sopravvissuta ai terribili ’80s.

Dario è inerte, Dario è niente, Dario non ha più le forze per reagire. Berlusconi dice che è già in campagna elettorale. Dario ha perso tutto, amici, ragazza, parenti, perché è stanco e non ha attenzioni per nessuno, neanche per se stesso. Dice che la mossa di Forza Italia è strategica, per prepararsi al voto. Dario bestemmia col groppo in gola, perché questa sera, più di altre sere, ha qualcosa che non va, qualcosa che non riesce a digerire e ha un veleno in circolo che non lo fa respirare. La mia vita era una merda prima di Berlusconi, lo è stata con Berlusconi e lo sarà dopo Berlusconi, pensa ad alta voce. Perché gioire, perché brindare alla fine della guerra se siamo in pieno conflitto?

Ci sono i falchi e i gabbiani, di sera, a Roma e Dario è più strano del solito, più solo del solito. E se l’estromissione di Berlusconi dal Parlamento, fosse solo la parvenza di una finta resa? Dario vorrebbe tanto abbandonare questi pensieri, questi vissuti e lasciarsi alle spalle i mille rivoli di questa vita infame che non gli appartiene. Ricordarsi quando non era così. Ricordarsi quando era meglio di così. Ricordare. Gli hanno levato tutto, anche la voglia di ricordare, a Dario. Berlusconi poi potrebbe avvantaggiarsi, anzi, da una posizione extraparlamentare. 

Dario è pronto a scoppiare, ad esplodere. Il suo conflitto non contempla la possibilità di godere delle decadenze altrui, al pari non contempla bontà, pietas, misericordia e perdono. È un conflitto perenne. Questa sera ha preso una decisione importante, quasi naturale visto le circostanze. Berlusconi si sa, ha mille vite. Dario non tornerà a casa questa sera, anche perché quelli come lui, una casa, non ce l’hanno mai avuta. Che poi vedrai, lo faranno Presidente della Repubblica, a Berlusconi. La sua vita, come l’aveva vissuta sino a quel momento, è finita.

L'articolo Dario torna a casa la sera è ovviamente opera di Frankezze.


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