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Datagate. Italia spiata da Usa e Gb

Creato il 24 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Continua la vicenda del Datagate, con nuove rivelazioni sullo spionaggio nei confronti dell'Italia di Usa e Gran Bretagna.

Gleen Greenwald (photo credit: Gage Skidmore / Flickr / CC BY-SA 2.0).

Lo scandalo Datagate è ormai di portata mondiale e ha finito per coinvolgere, direttamente anche il nostro Paese. Dopo i casi eclatanti di Germania e Francia, con quest’ultima particolarmente irritata con gli Usa, anche l’Italia è finita “mediaticamente” nel mirino con le ultime  rivelazioni di Gleen Greenwald, il giornalista americano che custodisce molti file della ‘talpa’ del Datagate Edward Snowden, ora rifugiatosi in Russia.  Secondo Greenwald, “la Nsa porta avanti molte attività spionistiche anche sui governi europei, incluso quello italiano”. Greenwald ha rivelato anche che l’attività di spionaggio globale viene svolta attraverso l’intercettazione di tutti i dati trasferiti da tre cavi sottomarini in fibre ottiche che hanno terminali in Italia. Il primo è il SeaMeWe3, con “terminale” a Mazara del Vallo. Il secondo è il SeaMeWe4, con uno snodo a Palermo. Città da cui transita anche il flusso di dati del Fea (Flag Europe Asia). Per quanto riguarda l’Italia, però, le rivelazioni del Datagate sembrano appena all’inizio. Si, perché Greenwald ha dichiarato incredibilmente che il nostro Paese è oggetto di spionaggio sistematico anche da parte di un’altra nazione, decisamente più vicina a noi, la Gran Bretagna. Il giornalista spiega che oltre al programma Prism americano, l’intelligence britannico, con un programma parallelo chiamato Tempora, spiava attraverso i cavi in fibra ottica mail, telefonate e traffico internet dell’Italia. Le informazioni rilevanti raccolte dal Government communications head quarter, venivano poi scambiate con l’Nsa americana. Un programma convergente, quindi, che permetteva agli inglesi di scambiare informazioni con l’alleato americano, che assieme ai propri dati aveva quindi un quadro più completo della situazione. Dai file in possesso di Greenwald, però, emerge anche come gli inglesi facessero dei dati raccolti un uso più “certosino”, non monitorando solo le comunicazioni riguardanti possibili minacce terroristiche, ma cercando di individuare anche le intenzioni politiche del governo. Rivelazioni sconcertanti quindi, che aprono un nuovo capitolo del Datagate e promettono di deteriorare ulteriormente i rapporti tra l’Ue e gli Usa, ma anche quelli tra il nostro paese e la Gran Bretagna, fino ad ora insospettabile vicino.  L’Ue intanto si sta muovendo: i leader europei si incontreranno proprio oggi a Bruxelles per decidere sulle attività dell’NSA americana e approntare una bozza di piano per elaborare una direttiva sulla protezione dei dati da attivare il prima possibile.


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