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L’Ocse denuncia: a fine 2012 oltre il 35% dei giovani italiani era disoccupato, il 53% aveva un lavoro precario.
A far temere è l’alto numero di Neet, giovani che non lavorano né studiano, arrivati a toccare quota 21,4% (+5,1%). L’Ocse denuncia: la crescita dei Neet italiani è nettamente superiore alla media. La Penisola sta facendo allargare a dismisura un bacino di giovani inattivi, scarsamente qualificati, che non saranno in grado di rimettersi attivamente sul mercato del lavoro, quando (e se) arriverà la ripresa.
Ergo: l’Italia non solo ha scaricato tutta la flessibilità sui giovani (c’è chi vorrebbe addirittura deregolamentarla, in vista di Expo 2015, vi lasciamo immaginare con quali conseguenze…), non solo ha fatto esplodere la disoccupazione giovanile… ma non ha neppure fatto in modo di preparare e riqualificare questa “generazione perduta” in vista della ripresa.
Un fallimento. L’ennesimo, di questo sistema-Paese mai entrato davvero nel Terzo Millennio. Intrappolato negli anni ’80, ostaggio della classe dirigente fallita di quel decennio.
Intanto, i pochi giovani realmente qualificati scappano.
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