Philippe Daverio
La sfrontatezza, la simpatia ed il coraggio di inseguire un sogno fino all’arrivo nella rutilante Parigi degli anni ’30. Questi i temi trattati dal professore e divulgatore scientifico Philippe Daverio nell’incontro su Spadò, Alberto Spadolini, avvenuto lunedì scorso alla Mole Vanvitelliana di Ancona.Daverio si presenta con pochi minuti di ritardo, rigorosamente in completo da sera e farfallino d’ordinanza, entrambi rosa salmone. Davanti ha una folla di qualche migliaio di persone che occupa ogni centimetro calpestabile del cortile interno del Lazzaretto.
L’afflusso è incredibile, per di più di lunedì sera ad un evento culturale monografico su di un personaggio francamente sconosciuto (come ha ricordato lo stesso Daverio ad inizio conferenza).
Ad essere sinceri l’argomento Spadò (soprannominato così, alla francese, per via della sua fama oltralpe e non per un classico troncamento dialettale anconetano) viene trattato solamente di striscio dal divulgatore, il quale sin da subito dipinge uno spaccato della vita parigina degli anni ’30, unica vera capitale libera in Europa “se si considera che qua c’era il mascellone, in Germania il baffetto e in Spagna Franco”, utile a capire il perchè del successo di un ragazzo partito da Ancona come pittore, diventato famoso come ballerino ed attore senza avere alcun rudimento né di recitazione, tanto meno di danza.
“Viste oggi le sue movenze sembrano goffe ed impacciate. Allora come mai un genio come Paul Valery riteneva la sua danza il più bello spettacolo esistente? Era andato fuori di zucca?” chiede dal palco il professore. “No. È solo che nel periodo delle avanguardie chi andava all’avventura e stupiva spesso era premiato. L’avventura però era possibile per quattro persone, per tutti gli altri la normalità era d’obbligo. Però quelle quattro persone facevano sognare tutte le altre. Abbiamo smesso di sognare, forse è ora di inventare un sogno nuovo.”
Infine Daverio interrogato sulla situazione artistica anconetana si limita a rispondere con una faccia corrucciata come a dire “purtroppo per voi nulla di buono”, mentre trova il tempo per lodare sia la mostra su Spadò sia il Comune per aver promosso un simile incontro.
L’Assessore alla cultura, Andrea Nobili, ha poi dichiarato che ci sono in programma altri eventi estivi mirati a ridar luce alla figura di Spadolini, aggiungendo poi di “pensare ad apporre una targa sulla casa natale e, se possibile, addirittura dedicargli una via.”
Francesco Mandolini
dal Resto del Carlino del 18/07/2012