Non il classico talento americano con enormi qualità fisiche pronto a dare spettacolo nei palazzetti europei, tutt’altro. Lighty è un veterano di 23 anni, un giocatore pronto, duttile e a mio avviso fatto dal sarto per il basket Fiba, potrei dire che ricorda Charlie Bell, ex Treviso e Virtus Bologna. Lui invece guarda a Wes Matthews, e ci sta, mentre ha altri due grandi riferimenti: Bruce Bowen per la difesa e Dwyane Wade per l’attacco.
In estate vince la medaglia d’argento ai Mondiali Under 19 a Novi Sad, dove gli Usa vengono battuti in finale dalla Serbia di Macvan, Markovic e Keselj. Dalla stagione successiva, da sophomore, entra in quintetto e coach Thad Matta non lo toglierà mai più, tenendolo sul parquet sempre più di 30 minuti. La stagione da junior è rovinata da un infortunio e così ritorna nel 2009-2010 ancora da junior, potendo così recuperare un anno. Ohio State si fonda totalmente su Evan Turner, giocatore dell’anno Ncaa e autentico trascinatore. Ma vicino alla stella ci sono Buford, Lauderdale, Diebler e soprattutto Lighty, il mahatma del gruppo, la guida, quello che prende sempre l’avversario più pericoloso ed è lo scudiero perfetto di Turner. I Buckyes vincono il titolo della Big Ten ma escono nelle Sweet 16 del torneo.
Al Draft, nonostante il grande stupore degli addetti ai lavori, non viene scelto, nemmeno al secondo giro, dove invece sbucano nomi di prospetti sconosciuti. Non se lo fa scappare un volpone come Arrigoni e Cantù ufficializza il suo arrivo. “David è un giocatore duttile e versatile, molto migliorato negli anni trascorsi a Ohio State. Ottimo difensore, allungherà le rotazioni degli esterni garantendo atletismo e intensità“, ha detto di lui Arrigoni.
Anche coach Trinchieri è untusiasta del ragazzo: “David è un giocatore davvero intrigante: sa essere multidimensionale ed in campo gioca sempre duro. Può giocare ala piccola, guardia o anche playmaker e poi è un giocatore di squadra ed un ottimo difensore. Ci sarà sicuramente molto utile“.
Ecco come si presenta David Lighty: