a cura di Ninnj Di Stefano Busà
DAVIDE RONDONI
Nato nel 1964, a Forlì, si è Laureato in Letteratura italiana a Bologna, dove vive.Dirige ilCentro di poesia contemporanea dell'Università di Bolognae svolge attività di consulenza editoriale per alcune case editrici, tra cui Marietti, Guaraldi e Laterza. Per quest'ultima ha curato una collana di narratori contemporanei rivolta alla scuola media. Ha pubblicato alcuni volumi di poesia:La frontiera delle ginestre(Forum Quinta generazione, 1985),O les invalides(Nuova Compagnia, 1988),A rialzare i capi pioventi(Nuova Compagnia - Guaraldi, 1993),Il tempo delle cose cieche(Nuova Compagnia, 1995), Il bardel tempo(Guanda, 1999),Non sei morto, amore(Quaderni del battello ebbro, 2001),Avrebbe amato chiunque(Guanda, 2003),Compianto, vita(Marietti, 2003),Il veleno, l'arte(Marietti, 2004),L'acqua visitata dal fuoco(Marietti, 2005),Vorticosa, dipinta(Marietti, 2006),Apocalisse amore(Mondadori 2008),Le parole accese. Poesie per bambini e non(Rizzoli, 2009),3, Tommaso,Paolo, Michelangelo(Marietti 2009),Ballo lentamente con le tue ombre. Poesieper il tango(Tracce 2009),Rimbambimenti. Poesie di tipo romagnolo(Raffaelli, 2010). In prosa, i romanziI santi scemi(Guaraldi 1995) eHermann(Rizzoli, 2010). I saggi:L'avvenimento della poesia, on-line(Guaraldi-Logos, 1999),Non una vita soltanto. Scritti da un'esperienza di poesia(Marietti, 2002),Laparola accesa(Edizioni Di Pagina, 2006),Il fuoco della poesia, In viaggio nellequestioni di oggi(BUR, Rizzoli, 2008),Contro la letteratura(Il Saggiatore, 2010). Per il teatro:Giotto, l'uomo che dipinse il cielo(Compagnia Elsinor),Barabba il liberato(per Flavio Bucci, Alvia Reale e Patrizia Zappa Mulas),Nonsei morto amore(per David Riondino e Sandro Lombardi),La locanda, le stelle(per Andrea Soffiantini),Compianto, vita(per Virginio Gazzolo),Il veleno,l'arte(per Iaia Forte),Dalle linee della mano(Teatro Biondo, Regia di Pietro Cariglio),Passare delicatamente la mano. Per E. e per tutti(teatro Elsinore). Ha tradotto da Rimbaud, Péguy, Dickinson e Baudelaire. Ha curato per Rizzoli il commento ad una edizione deiCori da la Roccadi Eliot, un'edizione delle poesie di Ada Negri, delle lettere di E. Mounier e un'antologia di Charles Péguy e altri volumi per la collana di cui è curatore, "I libri dello spirito cristiano" diretta da Luigi Giussani. Ha fondato e dirige inoltre la rivista trimestrale di letteratura "clanDestino". Ha curato un un'antologia di scritti d’amore di Giacomo Leopardi (Garzanti), un libro-conversazione con Ezio Raimondi (Guaraldi) e una versione poetica dei Salmi (Marietti). Con Franco Loi ha curato per Garzanti un’antologia della poesia italiana dagli anni ’70 a oggi.
Di critica letteraria e di cultura si è occupato e si occupa su Il Giornale, Avvenire, Il Sabato, Il Sole24 ore.
Ha diretto per due anni il mensile "Tracce - Litterae Comunionis".
1
Io non voglio diventare vecchio
perché lo sono già stato mille volte
e so già il buio e quella vile tempesta.
Ora che piango come vidi
pianger mio padre, la stessa ruga e la testa
abbattuta, piena di sgomento,
imparo che la giovinezza
non corre nelle sorprese
del sangue ma nello sguardo che un vento
strappa da terra
per vedere in questo duro paese
l'infinita somiglianza tra Dio
e il viso di lei tutte le sere, i rami
nudi contro il cielo, il vino
fermo nel bicchiere...
2
Quante volte, Milano
dalla mia terra più dolce
sono arrivato davanti al tuo volto
piatto, senza respiro.
E' il tempo dell'amore duro,
è notte, solo notte, è dignità
di sguardi che sanno d'averla
perduta, è il viale dove scendo
come bestia che è pazza a cercare
l'asfalto nero, rapido
e luminoso di pioggia come
uno stordimento.
Pioggia anche la mattina
giù dai vetri larghi al supermarket,
acqua sentita per un istante,
una stretta nel cuore all'uscita
dalle porte a cellula di luce
e giù la testa, di corsa
fino all'entrata confusa nell'auto
tra l'odore dei vestiti bagnati
e la carezza gelida del cellophàn.
Devo scordarmi di lei,
scesa per le scale
del metrò, senza più bellezza per me,
devo scordarmi di me, chiuso
in auto a guardarla senza più pensiero.
Devo scordarmi quel tuo nero, Milano,
e il vaniloquio del traffico
sotto l'acqua, e il giorno e l'ora,
scoprire che non c'era
né diritto né speranza, e neanche
amore, ma furore, solo dolce
e demente furore.
Quante volte dalla mia terra più calma
sono venuto al tuo inferno.
Mi conoscono i fedeli dei chioschi notturni,
illuminati come stelle gelate, le mosche
che sembrano i maghrebini, i turchi
che stanno intorno a trafficare, ad aver pace.
Quante volte sono venuto al tuo inferno,
Milano, ainaugurarlo.
E se quella notte speravo in una notte
più calma e di risentire il mare
non era per predare, non era
per gettare il capo in un bianco fuoco,
ma era per avere quiete, quiete
se non amore, quiete un poco...