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Davvero tutto è già stato detto?

Da Marcofre

Si pensa, si riflette. Si medita da queste parti. Ho sempre pensato ad esempio (sempre no: è un’idea che mi ha tenuto compagnia per un bel pezzo), che dopo Omero non c’è niente da fare. Tutto è stato detto. Tutto il resto è un biasciare.

Prima lezione che si impara: diffidare abbastanza dei proclami, e questo lo era. Purtroppo questi arrivano anche da autori affermati: si legge e si è portati a credere che se lo dice lui (quel certo autore, cosa state pensando?) allora avrà ragione. Perché sa, conosce, è una persona di cultura, eccetera eccetera.

Il buon Schopenhauer diceva che chi ha letto le Storie di Erodoto, non aveva bisogno di leggere altre storie. Naturalmente, io ho letto sul serio Erodoto (edizione BUR, testo greco a fronte: leggevo l’italiano, chi credete che sia?).

Però non ho smesso di leggere altre storie. E non le ho trovate una minestra riscaldata. So che non mi crederete mai, ma non solo ho letto “De Bello Gallico” del buon Cesare; ma anche “La Guerra di Giugurta” di Sallustio.
Anche qui: ho letto senza nemmeno ricordare quella frase su Erodoto, e su Omero.

E allora?

Mi rendo conto che ad alcuni può sembrare una questione di lana caprina. Però secondo me qui si parla di cosa sia la scrittura, la narrativa. A me è sorto il dubbio (che diventa certezza), che si tratti di affermazioni prive di veridicità. Se è vero che ogni individuo è unico, allora il suo sguardo non potrà mai essere identico a quello di un mio simile. Se quello sguardo per una seria di fortunate circostanze si sposa a una buona dose di talento narrativo, racconta una storia, non potrà essere simile o identica a quella che ha narrato Sciascia.

Lui era unico, ma anche l’autore esordiente lo è. Non è vero che tutto è stato detto, almeno finché esisterà talento, e individui che racconteranno. Proprio perché quello che ciascuno scrive viene da lui, dal suo occhio, attraverso i suoi sensi, la sua cultura. E ciò che costui racconta non è mai esistito prima, né mai vivrà dopo.

Omero, come Erodoto, o Esiodo, hanno creato un mondo, come Tolstoj e Zola. Non è affatto vero che tutto è stato già scritto e detto, perché ogni autore di talento in realtà crea dal nulla. E il fatto che il sole ci scaldi ogni giorno, non ci impedisce di osservare le altre stelle. Non sono forse della stessa materia (più o meno)? Non emettono anch’esse luce e calore, come la nostra amica stella? Perché di fronte al cielo stellato dovremmo dire “Mah! È solo minestra riscaldata: abbiamo il sole!”?

Non lo diciamo infatti.

Ciascun punto luminoso nella notte ci interroga e inquieta. Come ogni storia, grande e piccola che sia.


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