passeggiata verso il mare e dalle parti di viareggio, camaiore, pietrasanta.
verso il crepuscolo guardo l’orologio, sono le sei e un quarto.
non male.
sento le giornate allungarsi anche dentro, vedo ogni mattina albeggiare un pochino prima in autostrada, esco il pomeriggio sempre meno col complesso del minatore al contrario.
anche i cani oggi sembravano più contenti. una culona beige entusiasta della spiaggia rotolava accanto al padrone. adoro i padroni di cani orribilmente brutti: vuol dire che hanno un amico e non un soprammobile al guinzaglio. due volpini bianchi, che mi ricordavano in modo impressionante la mia “ultranemica delle elementari” (quasi ognuno di noi ne ha una credo), sempre perfetta, sempre cotonata e col naso all’insù, come la biondina della casa nella prateria acerrima nemica di laura ingalls,
si godevano il tepore della riva del mare, assieme alla padrona vestita come loro e al fidanzato di lei in assetto da guerra: mimetica e giubbotto di pelle.un babbo tirava senza successo alcuno unaa palla da tennis al figlio che pretendeva di beccarla tipo baseball con un bastone raccattato.
un gruppo di ragazzi e ragazze che speravano di diventare presto coppie tra loro giocava a pallavolo.
e la cosa che più mi è piaciuta, in assoluto la migliore, la più bella della spiaggia è stata una bambina che ha percorso il viottolo di legno lanciando in avanti la palla e riprendendola, ogni volta fino alla fine del sentiero e, arrivata in cima, l’ha presa fra le mani con amore e ha detto alla palla rosa fosforescente:
“bene, palla, abbiamo finito!”
e soddisfatta è entrata con la sua amica nella macchina dei genitori.