Da queste parole, attribuite all'ex Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, potrebbe emergere quell'importanza fondamentale da assegnare a concetti quali: ambiente, natura, ecosistema, [...]. La costruzione di uno sviluppo che sappia essere sostenibile è una missione che sembra essere, oggi ancor più di ieri, assolutamente inderogabile e non più rinviabile. Quanti sono i problemi (potenziali e reali) che l'emergenza di un ambiente e di un clima degenerati potrebbe consegnare al pianeta Terra? Basti pensare al "circolo non virtuoso" che l'abuso sfrenato delle risorse naturali potrebbe innescare: tragedie sociali (sfollamenti,evacuazioni permanenti, [...]) o costi economici realmente impossibili da quantificare con esattezza, solo per riportare alcuni "spunti" possibili. La sfida di coniugare il termine "sviluppo" con la parola "sostenibile" è una missione che, specialmente alla luce dei troppi possibili cortocircuiti, dovrebbe essere inserita ai primi posti delle agende economico-sociali dei Paesi oggi maggiormente a rischio. Il problema più grande, strettamente collegato ai concetti precedenti, è sempre il medesimo che si è soliti incontrare nella messa in pratica di concezioni teoriche, magari al confine fra società, economia e scienza: come cercare di declinare e tradurre in pratica intenti positivi? Come cercare di ridefinire nella pratica nuovi "binari" di sviluppo capaci di imprimere benefici tangibili e verificabili (contemporaneamente) a sistemi economico-sociali, ad occupazione, ad equità sociale, a riduzione di consumi ed emissioni, a migliorie energetiche, [...]? Riprendendo la citazione attribuita a Kofi Annan, pertanto, sembra essere lecito (r)innovare nel seguente modo la "sfida più grande":
"La nostra sfida più grande in questo nuovo secolo è di tradurre in atti reali un'idea che sembra astratta: sviluppo sostenibile."
La questione più grande sembra essere, in parole povere, il "come" poter passare dalle parole ai fatti: è su questo piano che è necessario ed urgente combattere la battaglia più grande per avere riscontri positivi sulla realtà. In uno Stato come quello italiano, fino a prove contrarie, resta tant(issim)o da fare in materia ambientale; sembrano essere troppi i problemi non risolti o non arginati per tempo, troppi i "bubboni" che rischiano di deflagrare in un futuro più (o meno?) lontano: basti pensare alla tragedia mai troppo ripetuta delle eco-mafie, al problema della cementificazione selvaggia, alle troppe "emergenze rifiuti" che oggi sembrano essere divenute cicliche, alla linea di confine sempre più labile che esiste fra lavoro e morte in alcune zone d'Italia. Sarebbero troppi gli esempi da poter fare, troppi i punti di vista da affrontare per non sminuire di importanza tragedie ormai divenute conclamate ed acclarate. La necessità di tradurre in atti reali un'idea astratta potrebbe presupporre, specialmente in un Paese come l'Italia, la necessità di procedere seguendo la tecnica dei "piccoli passi": analizzare gli strumenti legislativi e tecnici che già ci sono, evidenziandone carenze e mancanze. Condizionale d'obbligo, ovviamente: tale lavoro sembra essere infatti solo necessario per innescare una qualche forma di miglioramento, non certo sufficiente ed esaustivo per imprimere un cambiamento reale ed immediato. Sembra muoversi in questa direzione la cosiddetta "Agenda Verde" promossa di recente dal Ministero per l'Ambiente, allegato alla Legge di Stabilità attualmente in discussione nelle Aule parlamentari. Riprendendo dal sito minambiente.it, è possibile desumere quanto segue:
"[...]Il provvedimento, composto da circa una trentina di articoli, si occupa di protezione della natura, valutazione di impatto ambientale, acquisti ed appalti verdi, gestione dei rifiuti, difesa del suolo, servizio idrico, acqua pubblica e comprende persino nuovi strumenti per calcolare l’importanza dell’ambiente. Un pacchetto di norme [...] capaci di attivare politiche ambientali virtuose, semplificando il quadro normativo [...] e creando al tempo stesso le condizioni per investimenti e crescita economica nel campo della green economy. Il tutto con una ferrea attenzione a riduzione dei costi, semplificazione e trasparenza amministrativa. [...]"
Tale Ddl ambientale è frutto di una collaborazione avvenuta e riferita fra i Ministeri dell'Ambiente, del Lavoro, dell'Economia e delle Attività produttive. In cosa consiste il quadro delle normative promosse e sottoposte al vaglio ed all'approvazione delle Aule parlamentari? Traendo spunto dalla pagina istituzionale del Ministero, è possibile delineare nel seguito un quadro delle proposte:
- Art. 2: Nomina Direttori Parchi nazionali;
- Art. 6: Unificazione e semplificazione Via e Aia - Questo punto sembra essere importante, in quanto la Valutazione di Impatto Ambientale e la Autorizzazione Integrata Ambientale sono due pilastri tecnico-burocratici fondamentali per l'analisi e per gli studi di fattibilità di infrastrutture, grandi opere e progetti territoriali. Il sito riporta, a proposito di questo articolo, quanto segue:
- Art. 10: "Appalti verdi" nella Pubblica Amministrazione - tale disposizione contribuisce ad innescare meccanismi virtuosi ed incentivi per gli operatori economici che dispongono di certificazioni di qualità ambientale quali Emas ed Ecolabel;
- Art.11: Applicazione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi, anche alimentari - riprendendo dal sito è possibile scrivere quanto segue:
- Art.12: Incentivi per la Green economy del riciclo e riutilizzo - riprendendo dal sito è possibile scrivere quanto riportato nel seguito:
- Art.15: Misure per incrementare la raccolta differenziata e il riciclaggio - riprendendo dal sito è possibile scrivere quanto riportato nel seguito:
- Art.20: Pianificazione impianti di incenerimento - riprendendo dal sito è possibile scrivere quanto riportato nel seguito della trattazione. Tale articolo dovrebbe anche proporsi la possibilità di guardare con maggiori indagini e realismo alle questioni economico-ambiental-sanitarie-[...] afferenti alla complessa tematica dell'incenerimento:
- Art.24: Difesa del suolo e dissesto idrogeologico - riprendendo dal sito in questione è possibile scrivere quanto riportato nel seguito della trattazione:
- Art.25: Fondo di garanzia per il servizio idrico nazionale - riportando dal sito in questione sarà possibile scrivere quanto riportato nel seguito della trattazione:
- Art.26: Tariffa sociale del servizio idrico integrato - riportando dal sito in questione sarà possibile scrivere quanto riportato nel seguito della trattazione. Sarebbe stato forse opportuno inserire all'interno di tale concentrato di articoli provvedimenti volti ad incamerare risorse per il miglioramento e l'ottimizzazione degli impianti idrici esistenti, volti per esempio a minimizzare le perdite esistenti nella rete:
- Art.27: Morosità nel servizio idrico integrato - riprendendo dal sito in questione è possibile scrivere quanto riportato nel seguito:
La questione di maggior (potenziale) rilevanza sembra essere però contenuta nell'Articolo 31, inerente alla realizzazione dei principi della cosiddetta contabilità ambientale. Citando dal sito greenreport.it, sarà possibile scrivere quanto segue:
"[...]Si tratta di un articolo ancora «in fase di studio», come riferisce il ministero dell’Ambiente, ma potrebbe risultare una mossa determinante per colmare una lacuna decisiva che si protrae da anni nel nostro Paese. L’Italia [...] manca di una seria contabilità ambientale: un’assenza che mina alla base la sostenibilità (e l’intelligenza) di ogni politica industriale degna di questo nome. Senza risorse, infatti, non c’è industria. Ogni manifattura, a sua volta, produce scarti che vanno gestiti. Il throughput dei flussi di materia e di energia è ciò che mantiene in vita i nostri processi economici, ed è una follia politica non saperne decifrare qualità, quantità, movimenti. Un’infermità per la programmazione che potrebbe adesso ridursi. [...]"
La priorità di un argomento quale è quello della contabilità ambientale è urgente e di fondamentale importanza: quanti costi e quali benefici è possibile enumerare di volta in volta per la realizzazione di opere od infrastrutture? Questo sembra essere forse uno dei punti su cui vale la pena fare "ricerca" ed investire di più in futuro, pena la possibilità di derubricare questo proposito a semplicissima "buona intenzione". Al quadro tracciato sono state apposte critiche dalle Associazioni competenti nell'ambito dell'ambientalismo, sintetizzate nel seguito:
"[...]Sul disegno di legge ambientale, collegato alla legge di stabilità, ci sono passi avanti importanti ma anche modifiche gravi, quali quelle che interessano lo smaltimento in discarica con il pagamento della relativa multa e la nomina dei presidenti dei parchi nazionali. [...]" (Fonte: insic.it)
"[...] Il ddl in materia ambientale, collegato alla legge di stabilità, non convince pienamente Legambiente. [...] presentata un’attenta analisi delle modifiche normative [...]: per Legambiente, "il testo in esame contiene certamente diversi provvedimenti condivisibili come la moratoria per i nuovi inceneritori, nuove norme per gli acquisti verdi da parte delle pubbliche amministrazioni e per contrastare gli incidenti in mare, finanziamenti per abbattere gli edifici abusivi costruiti in aree ad elevato rischio idrogeologico sui quali l’associazione ambientalista si augura che il consiglio dei ministri continui a fare importanti passi avanti.[...]" (Fonte: zeroemission.eu)
A prescindere dall osservazioni, su cui le autorità competenti avranno l'estremo dovere di fare chiarezza, è possibile affermare che con tale ddl si è (forse) riusciti a porre fondamenta potenzialmente importanti per la costruzione e la discussione attorno ad una tematica di radicale importanza per il futuro dell'Italia intera. Si è forse compiuto qualche passo in avanti verso quel concetto di sviluppo sostenibile? Si è davvero un pò più vicini dal concretizzare quell'idea astratta? A sostenitori, esperti, tecnici...e critici le ardue sentenze.
Per saperne di più:
"Cdm - approvato il decreto ambiente.", La Repubblica, (http://www.repubblica.it/politica/2013/11/15/news/consiglio_dei_ministri_acqua_tariffa_in_base_al_reddito-71082375/)
"Cdm approva il collegato ambientale", Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, (http://www.minambiente.it/comunicati/cdm-approva-collegato-ambientale-lagenda-verde-del-governo)
"L'agenda verde approvata in Consiglio dei Ministri", governo.it (http://www.governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/dettaglio.asp?d=73697)
"Approvato il DDL Ambiente", Greenreport.it (http://www.greenreport.it/news/approvato-il-ddl-ambiente-orlando-e-agenda-verde-arriva-la-contabilita-ambientale/)
"Orlando, approvato ddl Ambiente - L'Agenda verde del Governo", Ansa.it (http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/istituzioni/2013/11/15/Approvato-ddl-Ambiente-collegato-Legge-Stabilita-Cdm_9624281.html)
"Appalti verdi e semplificazioni per VIA ed AIA nel collegato ambiente",professionearchitetto.it (http://www.professionearchitetto.it/news/notizie/18548/Appalti-verdi-e-semplificazioni-per-VIA-e-AIA-nel-collegato-ambiente)
"Legge di Stabilità: Legambiente scrive a Ministro Orlando", zeroemission.eu, (http://www.zeroemission.eu/portal/news/topic/Politica/id/22437/Legge-di-Stabilit%C3%A0-Legambiente-scrive-a-Ministro-Orlando)
"Critiche al Ddl ambiente: Legambiente si rivolge al Ministro Orlando", insic.it (http://www.insic.it/Tutela-ambientale/Notizie/Critiche-al-Ddl-ambiente-Legambiente-si-rivolge-al-Ministro-/2e26b9a4-b627-44cd-9cff-b6d50276b7e7)
"Spiagge, stadi e consumo suolo: le critiche al DDL Stabilità", zeroemission.eu (http://www.zeroemission.eu/portal/news/channelname/Politica/channel/556/id/22430)