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De-generazione

Da Fishcanfly @marcodecave

Io , a differenza degli altri, non faccio parte di una generazione particolare. Non ho visto andare l’uomo sulla luna, né ho visto cadere alcun muro. Al massimo due torri. Che poi di muri, ce ne sono altri, come quello del pianto. Ma , ve lo posso assicurare, non è solo a Gerusalemme.

Comunque, parlo di altri muri. Me ne sono accorto l’altro giorno. Camminavo più o meno sull’imbrunire, erano quasi le otto. Una donna alla sua amica: “Ancora disoccupata?” “Sì, ancora”. Hanno qualche anno più di me. Mi sono accorto che esiste effettivamente la disoccupazione. Non che non sapessi che prima non esistesse. La disoccupazione è sempre esistita, ma non nella mia testa, non nei miei pensieri.

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Sono uno studente, ma da oggi sono uno studente e disoccupato. Così fra qualche anno ci sarà scritto sulle carte d’identità. La disoccupazione fa parte della mia identità. Chi si chiama inoccupato è solo per motivi di politically correct. Conoscere da vicino che tra qualche anno anch’io sarò finalmente disoccupato ha determinato un cambiamento. Lo stesso che ho avuto quando appena compiuti 16 anni potevo tornare dopo mezzanotte. Non più Ritorna a mezzanotte, non più Stai a casa per cena.

Dopo i 16 anni lentamente quelle barriere sono cadute. Oramai torno quando e come voglio a casa. Ecco, scoprire che la disoccupazione esiste è stato come poter ritornare a casa a qualsiasi orario. Ma ritornare a casa in maniera diversa. Comincio infatti a vedermi, quando appunto sono a casa, come l’ospite di un hotel, ma con la differenza che i padroni non fanno caso mai al conto da pagare a fine settimana.

Benvenuto, si accomodi. La stanza da Lei prenotata è libera per altri 365 giorni. Mi aspetto i miei che mi dicano questo quando ritorno dalla festa di capodanno.

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Volevo chiamarmi Batman! E anche essere Svizzero per poter mangiare tutto il giorno cioccolato!

Sono un disoccupato, non più uno studente esaltato con tante idee per la testa. Capisco mia madre, mio cugino, il mio amico. Mi sento di nuovo umano, ora che sono disoccupato. Fino ad ora non avevo ben compreso l’umanità. È che si condividono le cose, o quasi tutte. Tranne il lavoro, per esempio.

Però scusate, non posso fare troppo tardi. Oggi devo tornare a casa.



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