
Continua il mio, e vostro, viaggio alla scoperta della morte. Stavolta lo facciamo, come è già accaduto negli altri appuntamenti, in maniera del tutto particolare. Quindi, preparatevi, state per assistere alla ballata più mortale che abbiate mai visto.



Guardare questo corto è un po’ come tornare indietro nel tempo, facendo un tuffo in quella che era l'America al tempo dei coloni. Piccoli villaggi, sperduti in mezzo al deserto, che si aggrappavano alla religione per scacciare ogni male. E questi profeti di buone novelle, o sventure, dipendeva dai casi, erano probabilmente i più potenti, coloro che grazie alla loro oratoria, all'influenza che riuscivano a infondere nelle loro semantiche, si potevano permettere quasi di tutto. Ma cosa accade quando lo spauracchio della venuta dell'Undertaker trasforma l'intero villaggio?

Bo Mathorne, il regista del corto, riesce, grazie ad un taglio grafico davvero atipico e una regia spettacolare, a creare un vero e proprio gioiello, capace di disturbare e al tempo stesso convincere. Una sostanziale differenza, confronto agli altri corti della rassegna, è che stavolta non c'è lei, La Morte, ma il suo spirito si presenta con le vesti di un uomo solitario, che viaggia su una bicicletta e rimane ad attendere, lasciando che le cose si svolgano da sole.

Insomma, se le immagini che ho sparpagliato qua e la non vi hanno convinto, cliccate sul banner e toglietevi ogni curiosità. Io credo sia uno dei migliori che sono mai riuscito a scovare nelle maglie della rete… Poi sarete voi a dirmi se mi sono sbagliato.
