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Dear Aunt Jane... da qui all'eternità

Creato il 18 luglio 2012 da Missclaire
Dear Aunt Jane... da qui all'eternitàMiei amati Ospiti,
questa mattina mi sono svegliata con una strana sensazione tra membra e cuore, della quale non ho compreso subito la ragione, per cui ho pensato fosse un'insolita malinconia dovuta ad una notte di sogni agitati.
Ierisera, dopo la solita intensa giornata di lavoro e dopo aver cenato in compagnia dei miei genitori, sono salita in camera (la sola stanza tutta per me - che Zia Jane non ha mai avuto, me fortunella!), mossa dal proposito di lasciar perdere televisione, disegno, ricamo o qualsiasi libro diverso da quello che avevo in mente. Ed in mente avevo proprio Pride and Prejudice, in una (a mio avviso) preziosa edizione illustrata, comprata in una deliziosa (leggi "wonderland") libreria dell'usato ad Alton, durante la mia permanenza in Inghilterra, sulle orme della cara Zia Jane.

Dear Aunt Jane... da qui all'eternità

Questa è la bellissima libreria dove ho acquistato due edizioni di P&P ed una di Mansfield Park

Non so perché avessi il bisogno di rileggere da capo P&P, ma quella sensazione che si è protratta fino a stamattina ha guidato le mie azioni. Così, ho acceso la tv, ma per accedere al mio hard disk esterno in cui, sempre seguendo i miei sensi, ho selezionato la suite di regency music "Jane Austen Collection" (grazie Silvia! You know...) e ho dato via all'ascolto. Dalla mia libreria, ovvero, dai miei scaffali austeniani, ho preso decisa questo piccolo volume rosso, dalla copertina cartonata molto usurata e dal fascino incredibile, mi sono seduta in mezzo al letto, di fronte alla finestra aperta sulle stelle ed ho iniziato a leggere ad alta voce come per un pubblico esistente, come se non avessi mai letto prima questo romanzo, scoprendone durante la lettura il carico emozionale che elegge Pride and Prejudice a libro principe della mia collezione.

Dear Aunt Jane... da qui all'eternità

Eccoli qua i preziosi acquisti austeniani, tutti illustrati, Northanger Abbey è di Silvia.

Dopo aver riletto i primi 6 capitoli e, da ultimo, quello irresistibile della "prima dichiarazione", ho spento ogni cosa e, con gli occhi fuori, tra le stelle, mi sono lasciata cullare dal ricordo del recente e meraviglioso viaggio sulle orme di Jane. Questa mattina mi sono alzata senza la minima idea di quale giorno fosse, un mercoledì come un altro, un nuovo dì d'intenso lavoro, eppure, quella sensazione permaneva in ogni mia azione, come se dovessi ricordarne la causa per liberarmene. Salita in auto e sulla strada verso l'ufficio, premo "play" sul mio ipod collegato allo stereo in modalità "brani casuali" e... "Liz on top of the world" di Marianelli inonda lo spazio dell'abitacolo, abbraccia il vento fuori dai finestrini, ma prima di concludersi disperdendosi nella scia della mia auto, mi trasmette un pensiero e poi un brivido che mi avvolge, nel ricordare finalmente la ragione di quello stato d'essere, di quell'ansia malinconica inspiegabile.
"E' il 18 Luglio, Petra." Mi sono detta "Zia Jane lasciò in questo giorno la sua esistenza terrena e conquistò, inconsapevole, la sua eternità."
La sensazione d'inquieta malinconia ha lasciato in quel momento il posto alla consapevolezza di quanto, in realtà, sia forte il mio legame con Jane, una scoperta che mi ha portato a pensarla con l'affetto e la stima di una cara zia reale, la mia preferita, l'amica più saggia, la migliore. Il pensiero è corso a ritroso a ierisera, al mio presentimento, a quell'irrequietezza mista a tristezza che si rivelata un sesto senso verso quella Zia di pochi, eppure di molti, che ha avuto il merito di scrivere poco, di vivere altrettanto, ma di condensare in ogni parola l'amore per la vita e per l'animo umano, nell'altalena di pensiero tra cinico realismo e romantica aspirazione, insegnando molto più di quello che avrebbe immaginato a generazioni di donne (e perché no, di uomini) quale sia l'antidoto più efficace contro i doveri dell'esistenza: il dolce succo dell'Ironia.

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Particolare di una stele dedicata a Jane sulla parete di fronte alla sua lapide nella Cattedrale di Winchester

La sola idea che una (in fondo) piccola donna, nata nella campagna inglese più di due secoli orsono, abbia operato inconsapevolmente questa grande magia sulla collettività, irrora la mia speranza sull'effetto della parola scritta, purché sia destinata ai buoni propositi, come nel caso di Jane. E' un potere latente, ma che agisce al momento di un risveglio, ossia della necessità di ristabilire l'ordine delle cose, sia a livello di singolo individuo, sia di grandi masse, la parola illumina sempre il destarsi delle coscienze.

Dear Aunt Jane... da qui all'eternità

La maestosa Cattedrale di Winchester, dove è sepolta Jane.

Nel mio viaggio ad Alton, Chawton e Winchester, in compagnia della mia cara affine Amica Silvia, ho ripercorso i passi di Jane, l'ultima parte della sua esistenza, la più appassionante ed, assieme, la più triste.
Scriverò un altro giorno dell'armadio di emozioni che abbiamo riempito Silvia ed io durante questo viaggio dell'anima; adesso voglio ricordarmi di essere stata là, seduta con gli occhi umidi, di fronte alla sua casa in affitto a Winchester, adesso proprietà di un uomo mediocre, certamente insensibile al valore commovente di un tale luogo, poiché è passato indifferente, quasi scocciato, per ben due volte davanti a noi, sbattendo la porta alle sue spalle e lasciando fuori le sue imprecazioni silenti, riassunte in un piccolo cartello scritto a mano, dove si dice a chiare lettere di non disturbare poiché la casa non è aperta al pubblico, né (pensiero mio) il suo proprietario vorrebbe che lo fosse in futuro.

Dear Aunt Jane... da qui all'eternità

La casa in cui Jane si spense il 18 Luglio del 1817 - oggi proprietà privata.

Quella facciata gialla scolorita, anonima al punto che la targa che ne rammenta il passato quasi si annulla. Quella porta verde chiaro - certamente diversa quel giorno funesto di tanto tempo fa - vide entrare Jane con la sua sofferenza e la vide uscire priva della sua vita. Mi domando come si possa vivere in quella casa senza capire, senza amare quel luogo del non ritorno.
Forse ho sottovalutato la mia empatia innata, ma... quella malinconia, quella profonda tristezza per Jane, era ed è reale.
Forse, anche la discrepanza fra le mie emozioni e l'indisponente atteggiamento del proprietario della casa ha dilatato le mie sensazioni. E' probabile, altresì, che l'aver dato corpo - con questo viaggio - all'esistenza  di Jane quale persona reale mi abbia resa consapevole della misura dei miei sentimenti verso la mia insegnante di vita... non so...  Quello che so è che un filo invisibile e indissolubile mi lega a lei, ogni istante della mia vita, da quando ragazzina lessi il suo romanzo più noto e ne restai inevitabilmente affascinata. So che, prima di allora, ne facevo a meno dei suoi insegnamenti. So che adesso non potrei, neanche volendo, fare a meno di Lei.

Dear Aunt Jane... da qui all'eternità

La Cattedrale di Winchester vista dal coro, Jane amava questo luogo.

So che quando mi sono trovata lì, in quella maestosa Cattedrale gotica, aggirandomi senza equilibrio come un'impressionabile Catherine Morland intimorita dall'altezza di quelle volte grigie, ho avuto la sensazione di vedere Jane, nel suo abito da passeggio, ammirare la grandezza di quelle stesse volte...  Dear Aunt Jane... da qui all'eternità Finché, ho trovato la sua lapide, lungo la navata sinistra, una lunga pietra grigio-scuro consumata dai passi di 100 generazioni, orientata verso est, ove nasce il sole ogni mattino rinnovando la memoria della sua eternità. Seduta al fianco di quelle parole, che in una sola riga elogiano il genio unico della sua mente, ho cercato il contatto con la pietra grigia, laddove dimora la spoglia del suo volto, come a lasciare una carezza ritrovando una persona cara, nel tentativo di risarcire il debito di affetto, di consigli e di emozioni che ho verso di Lei. In quel momento, ho pensato
"non sarò mai più vicina a Jane, di adesso"
poi, l'emozione ha preso il sopravvento e sono ammutolita. Dear Aunt Jane... da qui all'eternità Vi lascio con questo stato d'animo e con la mia personale testimonianza di quale sia la potenza delle parole, anche se ridotte in sei piccoli romanzi di tanto tempo fa, soprattutto, se colei che li scrisse fu una semplice Donna ma dallo spirito acuto, capace di cambiare per sempre la vita di altre semplici Donne, dallo spirito affine al suo.  Thank You, my beloved Dear Aunt Jane. La tua nipote affezionata
Petra/Claire

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