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L'Italia ha un debito pubblico molto elevato, che si attesta all'incirca sui 2000 miliardi di Euro.Cos'è il debito pubblico? Il debito pubblico è il valore nominale di tutte le passività accumulate dallo Stato nel corso degli anni, impiegate poi per soddisfare le spese dello Stato stesso. Lo Stato, avendo bisogno di liquidità, ha sottoscritto un debito, vendendo titoli o obbligazioni, a terzi, tra i quali altri Stati, imprese, banche.Per restituire il debito lo Stato deve inoltre pagare via via interessi sempre più elevati, che hanno incrementato ancora di più il debito. Il debito pubblico può anche essere espresso in rapporto al PIL. Esso dipende dal tasso di crescita dell'economia (tasso di crescita del PIL), dal tasso di interesse reale (interessi del debito pubblico) e dall'avanzo/disavanzo primario. Il rapporto tende a diminuire se il tasso di crescita dell'economia è maggiore del tasso di interesse reale oppure se c'è un avanzo primario (cioè le entrate dello Stato sono maggiori delle uscite). Il rapporto debito PIL attualmente è di all'incirca intorno al 120 %. Il governo tecnico, allineandosi ai parametri del Fiscal Compact (obbligo di rientrare dal rapporto debito/PIL al di sotto del 60% entro 20 anni, con un ritmo pari ad un ventesimo dell'eccedenza ogni anno, pena sanzioni) e per evitare il fallimento dello Stato, ha attuato politiche economiche per rientrare dal debito pubblico, con conseguente aumento delle tasse e riduzione del tasso di crescita dell'economia. Nell' ultimo anno, e qui viene il bello, è aumentato sia il valore del debito pubblico sia il rapporto debito/PIL. Ma come, sono aumentate le tasse (avanzo primario positivo) e il rapporto debito/PIL è aumentato? Ebbene sì. Il tasso di crescita dell'economia è diminuito e le tasse non sono state sufficienti per far diminuire il rapporto. Paradossalmente sarebbero servite più tasse. Nel corso degli anni il debito pubblico non è stato oggetto di preoccupazione dei politici, ma da quando è scoppiata la crisi non sentiamo parlare d'altro. I politici, siano essi di destra o di sinistra, con colpevolissima noncuranza, hanno tralasciato la questione. Quando sarebbe servito aumentare la spesa pubblica e diminuire le tasse, per cercare di uscire dalla fase di recessione, è stato fatto il contrario. I colpevoli sono sicuramente i politici del passato, ma il governo tecnico ha davvero fatto bene ad allinearsi ai parametri europei? Ok c'era il rischio di fallimento, ma anche quello non è stato risolto, visto che è sempre dietro l'angolo. Inoltre, essendo aumentato il rapporto debito/PIL, non è stato rispettato l'obbligo di rientro dallo stesso, accordo sancito nel Fiscal Compact. Non sarebbe stato meglio tenere sotto controllo i conti pubblici, riorganizzando significativamente la spesa pubblica (es.: taglio stipendi politici, taglio pensioni ex-parlamentari, riorganizzazione sanità in modo appropriato) e dare incentivi alle imprese? Meditate..