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Deboli e isolate

Creato il 27 aprile 2011 da Antonio
Questa mattina le previsioni meteo a Roma dicevano pioggie deboli e isolate. Sono tornato a casa fradicio dopo aver percorso almeno quindici km in motorino sotto una pioggia battente. La pioggia non era debole e se era isolata era certamente estesa. Pazienza! I temporali primaverili non sono una novità. Quello che stupisce è come basti poco a Roma perché le strade si allaghino. Non tutte per la verità, solo quelle più nuove. A Roma può capitare di percorrere strade asfaltate, nuovissime, magari con pavimento drenante, che l'acqua copre metà ruota e speri che il motorino scopra nei suoi ingranaggi una vocazione anfibia e che ti porti via dal pantano. Poi passi per strade meno recenti e sono asciutte, la pioggia continua a cadere a dirotto ma la strada è asciutta!
Io percorro tutti i giorni un tratto di Appia Antica, una strada con i sanpietrini che sicuramente mettono a dura prova i moderni ammortizzatori ma non mi è mai capitato di vedere quella strada allagata. Quando sulle nuove strade asfaltate si formano fiumi in piena, lì al massimo c'è un rivoletto che corre lungo i lati della strada.
Deboli e isolate
Spesso mi è capitato di pensare a questa faccenda e allora penso che un tempo le strade seguivano le linee del territorio, ne rispettavano le pendenze, i declivi e le vocazioni. La strada doveva sì condurre da un punto all'altro ma non poteva farlo senza accettare quello che il territorio le indicava. Il presente si lasciava consigliare dal passato per guardare al futuro. Era questo il patto. Un patto tra cultura e natura da cui sarebbe nato il paesaggio. "Cultura e natura non si opponevano, si integravano e si specchiavano l'una nell'altra: «in origine cultura significava agricoltura, attività che gli antichi Romani tenevano in molto rispetto», e «si riferisce innanzitutto al rapporto dell'uomo con la natura nel senso di coltivarla e prenderne cura, per renderla un'abitazione adatta a lui»; di qui «il rapporto quanto mai stretto tra cultura e natura, la creazione del famoso paesaggio italiano» (Hannah Arendt)." Salvatore Settis, Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile. Einaudi, 2010. pp. 68-69.
...ma si sa, il progresso lascia qualche vittima e non si può certo tornare alle strade degli antichi romani! Allora magari per rimediare ad improvvidi allagamenti si potrebbe avanzare un provvedimento normativo, tipo una modifica della nostra Costituzione, un articolo a caso, il numero uno, quello comunista che al primo comma dice che l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Strano che in questi giorni non ci sia stato neanche uno sventurato in cerca di notorietà, incapace di scrivere un pensierino di Natale che non abbia pensato di riformare l'articolo 1 della Costituzione, magari perché è breve. Allora su cosa fondare la Repubblica del bel paese se non sul bel tempo? Dopotutto suona bene: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul bel tempo." e se poi si obietta che il bel tempo non dipende dalla nostra volontà potremmo sempre fondarla su una bella impepata di cozze!

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