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Decadenza. Silvio Berlusconi scalda i motori di Forza Italia e dopo l’addio di Alfano con Nuovo Centrodestra, punta dritto su posizioni più oltranziste nei confronti del governo Letta. La questione sul tavolo della contesta è, naturalmente, il previsto voto sulla decadenza da senatore di Berlusconi, voto che il Pd cerca di mantenere senza tentennamenti per la data prevista del 27 novembre. Danilo Leva, responsabile giustizia del Partito Democratico, ha ribadito anche oggi ai microfoni della Rai come “il 27 novembre voteremo la decadenza di Berlusconi. È la conseguenza naturale della condanna definitiva per frode fiscale. Forza Italia continua intanto a ricattare il Paese, ma la legge di Stabilità e il governo non possono essere ostaggio degli interessi personali del Cavaliere”. Mentre il Pd, quindi, insiste sul 27 novembre per il voto sulla decadenza, Forza Italia nicchia e cerca di spostare in avanti la data del voto: “non comprendiamo i continui riferimenti alla data del 27 novembre come giorno previsto per il voto in aula al Senato sulla decadenza del presidente Berlusconi”; a parlare è stato Paolo Romani, ex ministro di Berlusconi e parlamentare di Forza Italia, che vincola il voto sulla decadenza di Berlusconi a dopo l’approvazione in aula della legge di stabilità. “Lo stesso presidente Grasso ha riferito della calendarizzazione in aula, con riferimento al 27 novembre, ma in ogni caso dopo la conclusione dei lavori in aula della legge di stabilità”, ha ribadito Romani. Gli risponde a ruota Stefano Fassina, viceministro dell’economia, in quota Pd: “stiamo lavorando giorno e notte in Commissione e contiamo di poter rispettare i tempi che ci siamo dati, tra questi mi pare ci sia anche la conferma di mercoledì 27 del voto sulla decadenza. La legge di stabilità può anche essere votata nei giorni successivi, non c’è una scadenza necessaria”, ha detto Fassina. Lo scontro sulla decadenza entra quindi nella sua fase terminale, dato il limitato numero di giorni che separano dal voto e dal fatto che Berlusconi sembri temere ormai il voto del 27 come inevitabile.