La conversione in legge del Decreto Casa (d.l. 28 marzo 2014, n. 47) è finalmente giunta a compimento: il provvedimento è infatti stato votato definitivamente pochi minuti fa dalla Camera dei deputati. In Aula presente solo il 58% dei deputati, con il restante 42% assente per la campagna elettorale per le Europee: il bilancio finale è di 272 voti favorevoli e 92 contrari (Forza Italia e Fratelli d’Italia non hanno partecipato al voto).
Nella serata di ieri la stessa Aula aveva votato con 324 voti favorevoli (e 110 contrari) la fiducia che era stata posta nella giornata di venerdì dal Governo proprio sul provvedimento. Nel frattempo intorno al palazzo di Montecitorio si erano verificate proteste da parte dei movimenti per la casa mediante lanci di uova.
Sono pertanto confermate le fondamentali modifiche apposte dal Senato nelle scorse settimane, tra cui spicca quella rilevante dell’eliminazione del vincolo di spesa per ciò che riguarda il Bonus mobili: è definitivamente saltata pertanto l’ipotesi della limitazione, introdotta tramite la legge di Stabilità 2014, che restringeva la cifra detraibile per la spesa dei mobili alla quota di denaro utilizzata per la ristrutturazione della casa. Permane ovviamente il tetto residuale dei 10mila euro di spesa massima per l’acquisto di mobili (fino al 31 dicembre 2014).
Per fare un esempio, chi spende per le ristrutturazioni edilizie 3mila euro può tranquillamente detrarre una cifra superiore per l’acquisto degli arredi da destinare all’unità immobiliare oggetto dei lavori.
Per approfondire leggi l’articolo Bonus Mobili: OK all’emendamento che toglie il vincolo di spesa.
Va rammentato che il Bonus Mobili, introdotto dal c.d. Decreto del Fare (d.l. n. 63/2013), consente di mettere in detrazione sull’imponibile Irpef il 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici “grandi” di classe energetica A+ o superiore.
I pilastri che reggono la struttura complessiva del decreto sono riconducibili a tre temi: misure di sostegno degli affitti a canone concordato, sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica ed ampliamento dell’offerta degli alloggi ex Iacp.
Ecco una rapida lista delle novità che hanno ricevuto il via libera tramite l’approvazione definitiva del provvedimento:
- cedolare secca al 10% per gli affitti nei comuni colpiti da calamità naturali e in caso di abitazioni date in locazione a cooperative o a enti senza scopo di lucro, purché sublocate a studenti;
- stanziamento di 25 milioni di euro per il Milano Expo 2015, oltre alla previsione di deroghe alle norme sui contratti di sponsorizzazione ed escluse intermediazioni sulle concessioni di servizi;
- stanziamento di un fondo che ammonta a 468 milioni da destinare alla ristrutturazione con adeguamento energetico ed antisismico di 12mila alloggi facenti parte del patrimonio di Iacp, Ater e Comuni;
- stanziamento di 226 milioni che confluiscono nel fondo di morosità incolpevole e di 100 milioni che vanno a rimpolpare il fondo di sostegno all’affitto;
- misure deterrenti serie per coloro che occupano abusivamente alloggi popolari (annullamento contratti già sottoscritti, divieto di allaccio d’acqua, luce e gas);
- fuoriuscita dal concetto di “nuova costruzione” per quello che riguarda l’installazione di manufatti leggeri che siano inseriti dentro strutture ricettive all’aperto (con riferimento a camper e caravan).