di Renato Pierri. E vi pareva? Letta e Alfano, ci hanno annunciato un bel decreto con norme a contrasto della violenza sulle donne, e fingendo di pensare a difendere le donne, d’amore e d’accordo, hanno pensato a rafforzare le misure repressive contro coloro che si oppongono in Val di Susa alla realizzazione della Tav, donne comprese, difese e manganellate se manifestano contro la Tav. Bravi, bravi. Ma siamo certi che misure repressive servono ad arginare il triste fenomeno del femminicidio? Difficilmente potranno fermare chi è determinato ad uccidere, e potrebbe essere ancor più determinato a seguito di “querele irrevocabili”. Oppure metteranno un poliziotto come angelo custode di ogni querelato? E a che serviranno misure repressive nel caso frequentissimo di quei violenti ottusi che si tolgono la vita dopo avere ucciso? Ho il timore che questo decreto sia solo fumo (nel caso della Tav anche fumogeni) negli occhi. Il governo sembra ignorare che è necessario lavorare su altri fronti, uno dei quali è l’educazione. Non bastano le sole leggi repressive a cambiare la mentalità degli uomini e delle donne, occorre un’educazione incessante che entri nelle case tramite i mezzi di comunicazione, e soprattutto nelle scuole, sin dall’asilo.
Renato Pierri
(Scrittore e prof. di religione cattolica)
Featured image, Jakub Schikaneder, Omicidio in casa (1890).