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Decreto contro il femminicidio. Solo fumo ( o anche fumogeni?) negli occhi.

Creato il 10 agosto 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

800px-Jakub_Schikaneder_-_Murder_in_the_Housedi Renato Pierri. E vi pareva? Letta e  Alfano,  ci hanno annunciato un bel decreto con norme a contrasto della  violenza sulle donne,  e fingendo di pensare a difendere le donne, d’amore  e d’accordo, hanno pensato a rafforzare le misure repressive contro coloro che  si oppongono in Val di Susa alla realizzazione della Tav, donne comprese, difese  e manganellate se manifestano contro la Tav. Bravi, bravi. Ma siamo certi che  misure repressive servono ad arginare il triste fenomeno del femminicidio?  Difficilmente potranno fermare chi è determinato ad uccidere, e potrebbe essere  ancor più determinato a seguito di “querele irrevocabili”. Oppure metteranno un  poliziotto come angelo custode di ogni querelato? E a che serviranno misure  repressive nel caso frequentissimo di quei violenti ottusi che si tolgono la  vita dopo avere ucciso? Ho il timore che questo decreto sia solo fumo (nel caso  della Tav anche fumogeni) negli occhi. Il governo sembra ignorare che è  necessario lavorare su altri fronti, uno dei quali è l’educazione. Non bastano  le sole leggi repressive a cambiare la mentalità degli uomini e delle donne,  occorre un’educazione incessante che entri nelle case tramite i mezzi di  comunicazione, e soprattutto nelle scuole, sin dall’asilo.

Renato Pierri

(Scrittore e prof. di  religione cattolica)

Featured image, Jakub Schikaneder, Omicidio in casa (1890).


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