Con i 670 emendamenti presentati (quasi tutti a firma 5stelle), le opposizioni promettono di dare filo da torcere alla maggioranza sul decreto lavoro. Che procede in Commissione, in vista dell’approdo in Aula previsto per domani pomeriggio, con l’obiettivo di approvare i soli 8 emendamenti del governo, frutto della mediazione tra Partito democratico, Nuovo centrodestra e Scelta civica, in modo da allontanare l’ipotesi della fiducia. Nel pacchetto di norme si va dalla sanzione pecuniaria per le imprese che sforano il tetto del 20% rispetto al proprio organico dei contratti a tempo determinato, fino alla possibilità di fare formazione in azienda. Cambiamenti inevitabili, per la democratica Rita Ghedini, che definisce legittime le critiche al provvedimento, ma insiste: gli effetti sui lavoratori saranno positivi.
Il decreto aumenta la precarietà e va fermato con ogni mezzo, attacca però Sinistra ecologia e libertà, mentre Forza Italia liquida gli emendamenti dell’esecutivo come un compromesso al ribasso.
La Commissione lavorerà a oltranza, se necessario anche in notturna, ed è probabile che il mandato al relatore arrivi domani mattina. Il provvedimento scade il 19 maggio.
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