BURN nel 1974 fu l'album della "resurrezione" dei Deep Purple.
L'ingresso dei due assi David Coverdale (vocals) e Glenn Hughes (bass, vocals) al posto dei dimissionari Ian Gillan e Roger Glover, dette nuova linfa alla band, nuove e inedite capacità vocali (più bluesy Coverdale, acutissimo Hughes), ulteriori capacità di songwriting.
Burn, a parte la celeberrima title-track e l'altrettanto celebre "Mistreated" che sarebbe divenuto il sempiterno cavallo di battaglia di Coverdale anche nella carriera solista e coi Whitesnake, contiene una manciata di "strane" canzoni che spiccano soprattutto per il tentativo di uscire (sic! già nel 1974) dai clichè dell'hard rock che gli stessi Purple avevano abbondantemente contribuito a definire.
Qua vi passo SAIL AWAY, un curioso pezzo a firma Blackmore-Coverdale, curioso per vari motivi. Innanzitutto la ritmica quasi funky, poi il refrain che sembra preso da un album dei Rainbow (di lì a poco Ritchie se ne andrà dalla sua creatura e unirà le forze con quelle di Ronnie James Dio....).
Infine il saccheggio che questo pezzo subì negli anni, incredibile.
Il riff, rallentato, è praticamente quello di "God of Thunder" dei Kiss (eh, i mascheroni....).
La strofa, sempre rallentata, assomiglia parecchio ma parecchio a quella di "Children of the damned" degli Iron Maiden (toh, voi quoque...).
Per finire, ma solo per esperti profondi di hard & heavy, il solo di Jon Lord ha un suono che assomiglia più a un vocoder che all'Hammond e la melodia del solo è praticamente la stessa del solo di vocoder contenuto all'interno di "The Zoo" degli Scorpions.
Quando si dice le coincidenze eh?
Prosit!