St. John's Festival -J. Breton
E come tutti gli anni la Notte del Fuoco e dell'Acqua è passata.
Notte delle Fate, notte delle Erbe.
Delle danze e dei salti intorno e sul Fuoco, della camminata tra le fiamme e del vaticinio con le Acque.
Focarazzo
Notte magica, non per eccellenza e non quella che preferisco ma propizia ad attraversare il Limine.I cardellini hanno cantato per noi nel fosso, le lucciole ci hanno fatto da lanterne e siamo andati di notte a consumare il fuoco, come direbbe Virgilio Mago.Fuoco acceso al canto del barbagianni, come da Tradizione, nella piana oltre la radura, vicino al pino grande.Raggiunto alla chetichella e in gran segreto, a piedi.Si passa una per volta, all'uscio dell'altra. Non si bussa ma si fischia dalla finestraCi si accoda in silenzio, portando ognuna un ciocco.Il ciocco.E in fila indiana, si va.E si fa.Sembra uscito da un quadro di Breton, il resto, che noi si è gente semplice.Genìa di contadini e di pastori.I miei nonni erano poveri, possedevano un frantoio.Mio nonno sapeva ballare bene la Taranta, si toglieva le scarpe per danzare fino all'alba, per non consumare la suola e la notte di San Giovanni, al Focarazzo acceso davanti la chiesa del SS Rosario, camminava sulle braci tra le fiamme per propiziare le semine, allontanare il morbo, scongiurare il terremoto, distruggere i malevolenti.Doni di Familia.Tradizione. Il raccolto dell'alba è stato pieno di doni inattesi e ora il profumo delle erbe raccolte invade la Casa dei Gatti Neri, placidamente nascosta ne I Fossi.La "testa del Battista", Oz e me.
Prima di tornare sulla strada di Casa con i panieri pieni di erbe e i coccetti pieni di rugiada, il mio Oz e io ci siamo goduti lo spettacolo della "testa del Battista sul piatto d'oro", grandioso ultimo Segno tutto per noi a coronamento di una notte fatata. Le dita rosa dell'Aurora tanto amate da Saffo hanno tinto il cielo colori pastello, in un ultimo saluto al Sole che decresce. Domani all'alba, partirò da qui per Roma. Altra casa, quella piccola al numero 13, in una via che ricorda i Benandanti nel nome (e se tutto è Simbolo e Segno...) che ha deciso di diventare mia, toccherà portarvi un po' di Arte.
Un po' per lavoro, un po' per l'altro pezzo di cuore che è lì (quello grosso, quello alto due metri per 110 chili).
Finalmente rivedrò anche gli Amici, altra Familia: la mia bella elfa uv@matura, stupenda Imperatrice e l' Arlecchino Assassino, glorioso Impiccato. E spero di rivedere anche il Bianconiglio che si è scelto un posto da Mago!
Magari I Fossi all'ombra della vecchia quercia mi mancheranno di meno. Anche se questa volta torno presto, per via degli impegni (terrò un corso di pittura e poi c'è un incarico importante per il quale la scaramanzia mi impone di tacere).
Lascio Oz a fare quello che il suo nome comanda, Lancia del Dio, Guardiano per eccellenza e protettore dalle due rune di giaietto per occhi, e questo mi rattrista perché detesto separarmene per lunghi periodi ma lui soffre la città più di me che la trovo gabbia.
E prima della capitale mi tocca un bel giretto di lavoro alla Pinacoteca di Salerno, chissà se mi permetteranno di scattare foto...
Giornata piena e notte agli sgoccioli: si ri-parte.