La grande accusatrice di Milosevic e degli altri responsabili delle guerre jugoslave degli anni '90, che ha diretto la procura del Tpi sino al 2007 ed attualmente è ambasciatrice della Svizzera in Argentina, soprannominata "lady di ferro", era fermamente convinta nella necessità di una pressione internazionale sui Paesi dell'ex Jugoslavia per convincerli alla cooperazione con la giustizia internazionale. Un atteggiamento a tratti intransigente (soprattutto nei confronti della Serbia) che più volte le valse la critica di aver politicizzato l'attività del Tpi.
"Alcuni testimoni hanno riferito di pressioni e intimidazioni a cui sono stati sottoposti da parte degli investigatori della procura" ha dichiarato Antonetti facendo riferimento a dichiarazioni dei testimoni che parlano di privazioni del sonno durante gli interrogatori, pressioni psicologiche, ricatto, minacce e persino versamenti illegali di denaro. L'inchiesta oltre la Del Ponte riguarda due importanti collaboratori della ex procuratrice, Hildegart Urtz-Retzlaff e Daniel Saxon.
Sembra il mondo alla rovescia: l'accusatore che finisce sul banco degli accusati. Invece è solo lo stato di diritto ed è giusto che sia così. Nessuno è al di sopra della legge e tutti hanno diritto ad un processo equo nel quale potersi difendere usando tutti i mezzi previsti dalla legge. Anche i peggiori criminali. Un diritto che non è stato concesso ai morti ammazzati, alle donne stuprate, alle centinaia di migliaia di vittime della follia nazionalista dei criminali che hanno insanguinato i Balcani negli anni '90.