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Del puro ardire

Da Taibaibai
Del puro ardire
Con passi cauti, il giovane s'avvicinò a quella che poteva sembrare una tacita passione. Solo nella fresia degli anni, abbracciamo la realtà più simile a noi stessi; sia questa docile o baldanzosa. Terminato il selciato del cuore, un bivio si mostrò in tutto il suo dubbio. La voce graffiante di desiderio costrinse ogni pensiero nella brillante decadenza, ambizione riflessa per anime delicate. E come un cristallo al suolo s'infrange, così i perpetui sogni del fanciullo sorsero da nuovi frammenti.La nebbia circondava gli obiettivi, rendendo l'occhio vuoto e spaurito. Ma, in quella piacevole foschia, il ragazzo distinse il lume più alto, scintilla nascosta di qualsiasi dolore, amato fremito di disprezzo. Unico, il termine tentazione dovrebbe ridestarci all'idea trasgressiva della vita. Non esiste fuoco che non alimenti acqua pura, e non piovono gocce senza un tocco d'acido.Al margine della via presa, il fanciullo riconobbe inerzia e godimento. Le sue capacità convogliarono verso il punto focale del peccato e tornarono al suolo inesistenti, pallide e scialbe. Da carnefice a vittima, il passaggio è ben poca cosa. Un audace coglie la parte cangiante del capitolo spettrale, trasformandolo in strumento duttile ed ameno.La bramosia sedeva in trono, spodestati Ragione e Sentimento. Gozzovigliava tranquilla, sussurrando una doppia nenia all'uomo in fiore.
Ignorando cosa fossero le virtù, il giovane imparò a dipingersele sul volto. Senza conoscere agguantò le stelle del cammino, le fece sue e si sorprese di quanto valore potesse avere un solo bacio alla luna. Anche il male conserva il diamante dolce e puro del giusto. Tale gioiello si mostra nella sua forma originale di splendente agonia. Quando si presentarono queste certezze alle iridi dorate della malevola regina, lacrime la incorniciarono. Come uno specchio proteso sulla fonte, non crebbero più ombre e l'infinita guerra scivolò lenta verso radici profonde. La tentazione è vincolo per un amore incontrastato, un bene superiore la cui essenza si gusta nel fondo, sporcandosi le mani di onice.
Alzando la testa, mirando la grandiosa scoperta che diede pace alle sue colpe, il principe senza corona sorrise all'eterna alternanza.
In una nuova luce, ci furono gli angeli a cantare la ballata della rosa oltre la spina.

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