Più fuor dal seminato di così non potrei andare: inserire una ricetta in un blog che vorrebbe trattar di sola musica è cosa al di là dell’umana comprensione.
Ma già sapete che Scribacchina adora osare.
E infatti anche la ricetta che vado a proporvi osa.
Per assaggiare questa leccornia dobbiam però fare un passo indietro e risalire sul Titanic, la nave da crociera di cui parlai nell’ultimo articoletto.
Dite la verità: in cuor vostro speravate che l’argomento venisse liquidato in un’unica tranche, eh? Illusi soliti lettori…
Orbene, tempo addietro m’appropriai d’un bel libro titolato Last Dinner on the Titanic. Ad adeguata descrizione della nave e dei personaggi più in vista presenti a bordo segue un dettagliato ricettario che permette di realizzare a casa propria, in tutta serenità e senza tema di naufragi, i menu di prima, seconda e terza classe proposti a bordo la sera del 14 aprile 2012. C’è pure il menu à la carte pei viaggiatori più esigenti e un simpatico prontuario per apparecchiar la tavola come s’usava fare sul transatlantico più noto della storia.
En passant, qui sotto vi propongo il dettaglio d’un menu di terza classe, per la precisione della colazione del 12 aprile 1912: è un po’ rovinato, l’ammetto, ma dovete considerare ch’è stato ritrovato nelle tasche d’un passeggero ripescato dai flutti (la sottoscritta, invece, l’ha trovato bell’e scansito, perfettamente asciutto, nel volumetto di cui sopra):
Lessi e rilessi diverse volte il libro, constatando come tra tante ricette soltanto i contorni, i dolci e gl’aperitivi fossero privi di carne (già sapete che Scribacchina è vegetariana, soliti lettori). Situazione drammatica, giacché la sottoscritta sognava di riproporre in apposita serata a tema uno dei luculliani menu.
Andò a finire come sempre: i polli e i manzi restarono nere parole stampate su carta bianca, mentre le pommes de terre e gli asperges vennero agguantati e passati in padella dalle di me (in)capaci mani.
Alla vetta degl’esperimenti titanici legati al già citato libro, una ricetta di carote presa dal menu di seconda classe (borghesuccia sono e borghesuccia resto, pure a tavola) ch’è già diventata storia pei frequentatori dei pranzi di Scribacchina: le Creamed Carrots.
Carote alla panna, dite?
Certo, come no. Sommari traduttori che non siete altro.
Siete invece di fronte ad una ricetta altamente alternativa di carote alla panna. Una inedita, sconvolgente alchimìa di sapori.
Per tradurvelo in musica, fate conto d’ascoltare i Dream Theater in tournée con Eddie Gomez.
Quest’oggi vi ripropongo volentieri la ricetta, cosicché possiate eseguirla pure voi. Adeguatamente tradotta, giacché il libro è in inglese e le dosi non son in sistema metrico decimale.
Colonna sonora del vostro cucinare siano Nearer, My God, to Thee e Songe d’Automne, brani sonati dall’Orchestra del Titanic e dei quali già parlai ampiamente.
Oppure, in maniera meno aderente alla storia ma forse un poco più creativa, mentre voi pasteggiate colle Creamed Carrots, potete dare in pasto al vostro lettore ciddì – e alla di voi anima – il bell’album L’orchestra del Titanic, opera del bravo pianista jazz Stefano Bollani.
CREAMED CARROTS
(carote alla panna)
Contorno proposto sul RMS Titanic all’interno del menu di seconda classe la sera del 14 aprile 1912
Ingredienti per 6 persone:
- 8 o 9 carote tagliate a julienne
- 1 stecca di cannella (o un cucchiaino di cannella in polvere)
- 1 cucchiaio di burro
- 1/2 cucchiaino di sale
- 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
- 1/4 di cucchiaino di noce moscata in polvere
- 1 pizzico di pepe
- 1 cucchiaino di succo di limone
- 80 ml di panna montata
- 2 cucchiai di erba cipollina fresca, finemente tritata
Sistemate le carote in una pentola con acqua sufficiente per coprirle; unite la stecca di cannella e portate a bollore. Continuate la cottura a fuoco medio-alto per 6-8 minuti o fino a quando le carote saranno tenere. Scolate, eliminate la stecca di cannella e rimettete le carote nella pentola. Unite burro, sale, cannella in polvere, noce moscata e pepe; mescolate bene. Unite quindi il succo di limone e la panna, rimettete sul fuoco e fate bollire per un minuto o fino a quando la panna si sarà leggermente addensata.
Correggete di sale e pepe, se necessario.
Servite le carote in un piatto da portata, dopo averle cosparse di erba cipollina tritata.
NOTA A inizio ’900 era abitudine cuocere le verdure a lungo, per avere un risultato di grande morbidezza; in questa ricetta, come concessione al gusto moderno, la raccomandazione è di cuocere le carote fino a quando potranno essere facilmente infilzate con una forchetta.