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Delirio tecnico: ora anche la censura

Creato il 09 aprile 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Delirio tecnico: ora anche la censura

È chiaro a tutti come il governo tecnico chiamato al capezzale dell’Italia berlusconiana si stia trasformando in qualcosa di inedito: un mostro tedioso, arrogante, altezzoso e sfacciato. Altro che noiosi amministratori di condominio, i ministri ormai spopolano su tv (ma non era stata data indicazione contraria?), giornali, riviste patinate e non.

Se Mario Monti da stimato professore si è trasformato in un manovratore di Palazzo, il Ministro del Lavoro Elsa Fornero da quando campeggia abitualmente sulle prime pagine per via della trattativa sulla riforma ha subito una metamorfosi non da meno: da riconosciuta esperta di welfare a scontrosa preside bacchettona.

Alle manovre sofferte, discusse ma ahimè necessarie, l’esecutivo sta affiancando iniziative e sparate assolutamente fuori luogo. Ma l’episodio in questione supera qualsiasi immaginario negativo. Il 5 aprile la Direzione Provinciale del Lavoro di Modena ha ricevuto la seguente nota dal Segretario Generale del Ministero: 

Al fine di garantire una rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali e con riferimento agli obblighi di trasparenza ed ai profili di comunicazione e pubblicazione delle informazioni di interesse collettivo anche per quanto attiene agli Uffici territoriali, si chiede alle SS.LL. di provvedere alla immediata chiusura del sito internet www.dplmodena.it.

Fuor di politichese, significa che tutti bisogna essere allineati, la voce fuori dal coro è pericolosa, sovversiva. Il provvedimento è di una gravità enorme: è come se per un articolo contrario si chiudesse un intero giornale. Non è noto il pezzo che abbia fatto infuriare il Ministro, fatto sta che il sito, che metteva a disposizione documenti della pubblica amministrazione e aveva un traffico di 18 milioni di utenti, ora è down.

L’Italia dei Valori presenterà un’interrogazione parlamentare sull’accaduto, sperando ci siano valide ragioni e che non si sia proceduto all’oscuramento solamente per una critica o per un’opinione diversa da quella ufficiale. Fosse questo il caso, si tratterebbe di una becera censura come non si vedeva dai tempi del fascismo.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano


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