É nella famiglia che si imparano i primi modelli relazionali e le condotte che si terranno poi nell’intero corso della vita, i contenuti morali dell’ambiente sociale. Nella famiglia però si generano anche conflitti, comportamenti devianti, condotte violente, specificatamente familiari, legate alle intense relazioni che si creano.
La criminologia fa particolare attenzione alla familiare che si differenzia dalle altre per l’habitat particolare che la circoscrive e per le strette relazioni esistenti fra vittime e colpevoli.
Molti ed eterogenei i delitti, ma con la caratteristica comune di esser connessi con la convivenza e le strette relazioni esistenti fra vittime e rei.
Le cause dei delitti in famiglia possono essere la conflittualità di natura economica, l’inosservanza degli obblighi di assistenza familiare, l’illegittima appropriazione di beni di altri familiari, contrasti ereditari o per il patrimonio, la violenza morale e la violenza fisica, la violazione delle norme che regolano la sessualità, l’assenza di moralità con induzione e sfruttamento della prostituzione anche dei figli minorenni..
I delitti più frequenti sono: incesto, infanticidio, uxoricidio.
Altri reati comportano la violazione delle norme che regolano la sessualità nell’ambito della famiglia, incesto, violenza sessuale sulle figlie e sulla moglie. Altri ancora sono delitti di violenza morale, maltrattamenti in famiglia, abuso nei mezzi di correzione e molto frequentemente di violenza fisica oggi più denunciata che in passato.
Gli omicidi in famiglia hanno come autori al 70% dei casi individui di sesso maschile, in genere con un passato di vittime di abusi.
Fra i moventi più comuni sono il degenerare di litigi, lo stato di ubriachezza, conflitti dovuti alla convivenza, contrasti in generale.
Preoccupante è l’aumento di atti di violenza fisica o sessuale nei confronti di bambini anche piccolissimi, tanto che si è dovuta coniare l’espressione “sindrome del bambino picchiato” per il quadro psicologico e traumatologico delle vittime di questi reati.
I casi di incesto più frequenti che in passato rivelano soltanto che non rimangono più così facilmente sommersi. L’incesto è più facile in ambienti sociali di basso livello e moralmente degradati. I padri incestuosi sono spesso alcolisti e violenti. Tuttavia anche altri contesti sociali non sono immuni.
Una valutazione effettuata sui dati del tribunale per i minorenni indica una media annua di 3400 casi di incesto identificati. Nella maggio parte dei casi l’incesto si identifica nel rapporto padre/figlia, molto rari quelli fra madre e figlio.
Le relazioni incestuose fra fratello e sorella sono molto diffuse, ma appaiono nelle statistiche meno frequentemente delle altre, anche per le minori conseguenze sociali e psicologiche. Secondo l’art 564 c.p. è punibile chiunque in modo che ne derivi pubblico scandalo commette incesto con un discendente o un ascendete o con un affine in linea diretta ovvero con una sorella o un fratello. La relazione incestuosa che non diviene notoria non è reato.
In buona parte delle relazioni incestuose si configura anche il reato di violenza sessuale (art 609 bis c.p.). La violenza nei casi di incesto è presente se atti sessuali vengono compiuti con una persona che non abbia compiuto gli anni 16 quando il colpevole sia l’ascendente il genitore anche adottivo, il tutore o altra persona cui per ragioni di cura educazione, istruzione , vigilanza o di custodia il minore è affidato o che abbia con quest’ultimo una relazione di convivenza, art 609 quater c.p.
L’infanticidio (art 578 c.p.), cioè la madre che causa la morte del proprio neonato subito dopo il parto o durante il parto, è un altro delitto violento in famiglia oggi più raro ma non scomparso, che comporta una pena di molto inferiore a quella dell’omicidio.
La conflittualità familiare è la causa più frequente della delittuosità all’interno della famiglia. Proprio per la pregnanza emotiva presente nella conflittualità delle coppie, sono molto comuni i delitti per motivazione passionale. Gli autori di questi reati possono aver già manifestato in precedenza un indole violenta. In altri casi si tratta di soggetti con normali capacità inibitorie che però vengono meno quando ricorrono circostanze eccezionali e di grave turbamento affettivo. Si tratta in questo caso di tipici delitti di impeto. Anche se sentimenti come odio o vendetta possono accordarsi con una premeditata e lucida programmazione dell’uxoricidio.
L”uxoricidio è l’uccisione del coniuge o del convivente quale che sia il sesso della vittima anche se è la donna ad essere più frequentemente uccisa.