La notizia che Amanda Knox non sarebbe tornata in Italia non desta grande meraviglia. Al di là della decisione personale della ragazza di tornare di sua volontà, dagli USA i legali della Knox hanno già fatto intendere che il nuovo processo davanti alla Corte d’Appello di Firenze è considerato in America incostituzionale, poiché viola il principio del ne bis in idem: nessuno può essere processato due volte per lo stesso delitto; principio sancito nel quinto emendamento della Costituzione Americana.
Chiaramente questa è una interpretazione fallace, poiché anche uno studente al primo anno di giurisprudenza sa perfettamente che in caso di sentenza, il ne bis in idem (nel diritto del common law, il double jeopardy) presuppone la condanna definitiva e dunque una sentenza passata in giudicato e non più impugnabile. Nel nostro caso siamo dinanzi al medesimo processo e all’annullamento di una sentenza di secondo grado (non ancora definitiva), che per la nostra giustizia è stata di fatto cancellata, cosicché il nuovo processo che si terrà a Firenze non è il secondo, ma è come se fosse il primo.
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Se non è un’interpretazione fallace, è sicuramente un’ottima scusa per gli americani, per dire NO a una possibile richiesta di estradizione della ragazza nella eventuale (ma io ritengo remota) ipotesi in cui venga confermata la sentenza di primo grado nel “nuovo” appello, che vi ricordo, condannava la Knox e Sollecito a una decina d’anni di carcere per l’omicidio di Meredith Kercher.
Al di là del fatto che il NO comunque non è affatto scontato (l’interpretazione dei legali della Knox ha comunque destato perplessità fra alcuni giuristi americani), nella vicenda salta all’occhio come gli USA abbiano un approccio diplomatico (e pragmatico) alle vicende che coinvolgono i loro cittadini abissale rispetto all’atteggiamento di noi italiani.
Prendiamo il caso dei Marò. La nostra legge vieta l’estradizione in paesi che prevedono la pena di morte. Eppure, ciononostante, il governo italiano, dopo essere riuscito a riprendersi i nostri due militari (accusati – ricordo – di aver ucciso due pescatori), li ha addirittura restituiti all’India, paese ove vige la pena di morte. Se al posto dell’Italia ci fossero stati gli USA, probabilmente non ci sarebbe stato nessun atto di prepotenza da parte dell’India, ma ammesso pure che in un modo o nell’altro gli indiani avessero fatto il diavolo a quattro per trattenere i militari americani nel loro paese affinché venissero giudicati da un tribunale indiano e le autorità americane fossero riuscite a recuperarli, giammai li avrebbero restituiti. Come non restituiranno Amanda Knox all’Italia, nel caso di una eventuale condanna.
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Ecco la differenza tra una grande potenza mondiale, che protegge con tutti i mezzi i propri cittadini, e una nazione piccola piccola che espone i propri cittadini (e addirittura i propri militari) a dei rischi altissimi, senza far nulla di realmente concreto per proteggerli e difenderli, quando si presenta l’occasione. Del resto, non possiamo nemmeno dimenticare il dramma di Chicco Forti, detenuto giustappunto negli USA ingiustamente. Cosa ha fatto il governo italiano per questo suo cittadino? Ancor meno di quanto abbia fatto per i due marò. E anche qui si vede la sopracitata differenza, ma al contrario.