In tempi sospetti il trattamento sarebbe stato radicale, i libri si sarebbero bruciati. In mancanza di un supporto ideologico – che allo stato attuale, quello del tempo che fu, risulterebbe un tantino sopra le righe… dei testi scritti? Be’ se vi diverte l’idea potete figurarvi quel sopra le righe, perché no? – insomma in mancanza di un qualsiasi dittatore fornito di baffetto rettangolare i libri si tengono nelle biblioteche, di qualsiasi genere e forma e dimensione siano, stanno lì, ma poiché le biblioteche non sono considerate un servizio essenziale, si chiudono. La biblioteca di Trani chiude. Perché? Le ultime due amministrazioni hanno gareggiato nell’incrementare ogni sorta di iniziativa concedendosi delle “ distrazioni “ di gestione, tanto da finire inquisiti, con il risultato che allo stato attuale abbiamo un comune commissariato e la Corte dei Conti che, con il fiato sul collo nostro, ha imposto una bella cura radicale: tagliare i servizi non necessari. E vi sembra necessaria una biblioteca attivissima, frequentata fino a sera da giovani e meno giovani, per ogni tipo di servizio legato al prestito, alla ricerca, alla lettura, alla partecipazione attiva dei laboratori di ogni genere, centro di cultura e di aggregazione culturale? Non è necessaria. Mi chiedo dove andranno a leggere i quotidiani gli abituali e simpatici pensionati, oppure dove andranno le mamme che con i loro piccoli hanno accesso alla bella sala dedicata ai bimbi, o tutti quegli studenti che fanno vivere, frequentandolo, un luogo altrimenti utile solo alla conservazione della memoria. Se avete a disposizione cinque minuti del vostro tempo per cortesia firmate la petizione per salvare dalla chiusura la “ mia “ biblioteca.
Magazine Diario personale
Dell’inutilità delle biblioteche ( se dobbiamo attenerci alla Corte dei Conti e alla gestione creativa della cosa pubblica )
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