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Della dissimulazione onesta

Creato il 19 luglio 2013 da Malvino

(3) Guglielmo Epifani si è detto contrario all ' amnistia che per i radicali sarebbe la sola soluzione, per giunta , non solo al sovraffollamento nelle carceri italiane, ma anche agli annosi problemi della giustizia in Italia. Posizione che in realtà è contraddetta proprio alla presentazione di almeno otto o nove dei dodici referendum presentati dai radicali che hanno per obiettivo la cosiddetta l ' amnistia non sia la sola e indispensabile via alla soluzione del problema. Bene, pare che anche Epifani sia della stessa idea, al punto da affermare che è contro l ' amnistia: evidentemente crede in altre soluzioni. E tuttavia Bordin commenta: amnistia votata da tre quarti del Parlamento: ( " Nemmeno le condanne e gli ultimatum in sede europea [lo convingono ad essere a favore di un' amnistia ] . Naturalmente le condanne e gli ultimatum in sede europea premono per una soluzione del problema, ma non consigliano né impongono un ' amnistia, dunque Epifani non li elude, né li rigetta: si limita a esprimere un parere negativo sulla soluzione che piace ai radicali. Probabilmente ha la stessa opinione che un radicale storico come Gianfranco Spadaccia esprimeva ai microfoni di Radio Radicale il 14 novembre 1981 nel motivare il voto contrario dei radicali a un ' Sul fatto che un'amnistia possa essere una soluzione ha espresso dubbi in più di una occasione. E allora come leggere correttamente quello che sembra un biasimo alla posizione di Epifani? Con la regola del " pigliare abito allegro nella presenza dei tiranni che sogliono mettere in nota gli altrui sospiri " ' amnistia ha cambiato totalmente idea, ma senza essere disposto ad ammetterl o. "Abbiamo votato contro per due motivi. Primo, perché quest'amnistia nasce da uno stato di necessità e noi non ci sentiamo corresponsabili di questo stato di necessità che si è determinato, perché siamo stati gli unici ad indicare una linea di politica alternativa nel campo della giustizia e del diritto. In secondo luogo, riteniamo l'amnistia insufficiente anche a risolvere questo stato di necessità. In fondo, questa volta l'amnistia è stata presentata senza ipocrisie: si è detto che le carceri erano troppo affollate e l'arretrato giudiziario si è enormemente accumulato, per cui era necessario sfollare le carceri ed eliminare un notevole numero di procedimenti giudiziari. Noi consideriamo restrittiva questa impostazione, perché nel 1978 noi abbiamo avuto un'altra amnistia e abbiamo avuto liberati 6-7.000 detenuti ed abbiamo avuto un decongestionamento che non è durato più di un anno: un anno dopo l'affollamento era tornato ai livelli precedenti alla concessione dell'amnistia. Ma il vero motivo per cui siamo contrari è perché l'amnistia non corregge le cause che determinano l'affollamento delle carceri... Noi chiediamo la depenalizzazione di alcuni reati, l'abolizione della carcerazione in attesa di giudizio, la riforma degli agenti di custodia, l'attuazione piena della riforma carceraria, la riforma del codice di procedura penale, investimenti per il potenziamento delle strutture carcerarie e via di seguito...". Per il poco che conta, a me pare posizione assai sennata. Tutto questo sfugge a Bordin? Senza dubbio, no. Della dissimulazione onesta, XIX). E tutto sommato ci ricava figura assai migliore di quella di uno Spadaccia, che oggi sull

(4) "Quando prima o poi si voterà, la sinistra o almeno quelli che pensano di rappresentarla non si stupiscano se i radicali se li troveranno contro ' 'è da perderci la testa, no? Bene, non è casuale, e perché la frase assuma un senso compiuto basta immaginare che sia stata scritta ". Detta da un qualsiasi altro radicale, la frase suonerebbe irritante. Tanto più che per giustificare una eventuale alleanza con Berlusconi, che nemmeno è così certo l accetterebbe, Bordin deve immaginarsi un centrodestra che, depurato da Formigoni, La Russa e Calderoli, smetta di essere una delle due gambe sulle quali si regge il regime. Ora è chiaro che una persona dalla indubbia onestà intellettuale, quale è Bordin, non può buggerarsi in questo modo al fine di buggerare chi la legge: la frase deve essere letta come se già i radicali avessero stretto un ' alleanza con Berlusconi e ci invitassero a considerare la cosa da quella posizione dopo aver " gettato via la scala" servita per raggiungerla. Anche qui siamo dinanzi ad un elegante saggio di dissimulazione onesta, e ne dà controprova la chiusa del corsivo: "La "sinistra" potrebbe rimpiangere di aver spinto tra le braccia del Cavaliere i voti dei radicali". La sinistra, sì, ma tra virgolette. Una sedicente sinistra. Una sinistra che si dice tale senza esserlo davvero. Perché una sinistra vera non può non essere favorevole a tutto ciò che propongono i radicali. Se poi questa sinistra che non è una vera sinistra dice no ai radicali, le loro proposte trovano favore a destra, e qui non si capisce più di quale colore siano queste proposte: consone a una sinistra come una sinistra dovrebbe essere, finiscono per trovare appoggio da una destra che è quella che è. C dopo un accordo tra Pannella e Berlusconi.


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