Magazine Famiglia
Orrida pratica che intasa le strade, fa aumentare i prezzi ai commercianti e rende tutto estremamente complicato. E fa molto "anni '60", con le uova sode, il riso in insalata e le merendine per i pupi.
Una roba che ho sempre odiato, ma che con i bambini diventa una valvola di sfogo interessante, almeno per il viaggio di ritorno, quando in genere crollano in auto e si riesce a respirare un po'.
Comunque, bando alle ciance, ieri gita veramente ai confini del mondo.
Monte Isola, isolone in mezzo al lago d'Iseo.
La gita comporta:
1) Trasferimento in autostrada fino a dopo Bergamo, con tutte le cose da vedere in autostrada che tiene impegnati gli Squali per un po' di tempo.
2) Tratto incasinato a giusto punto di statale per raggiungere Iseo sul quale le discussioni si sprecano.
3) Attesa del traghetto per raggiungere l'isola, con gelato da mangiare, traffico lacustre, cigni e anatre di ogni foggia, che tengono impegnate le menti più perverse.
4) Viaggio in traghetto con sirene che suonano, motoscafi che si incrociano, barche a vela, isolotti vari e attracco al molo e relative manovre. Andrea tremebondo che si àncora dappertutto e Bianca che tenta a ogni onda di fare la fine di Maiorca.
5) Gita sul luogo con caldo porco e ricerca dell'ombra che mette a dura prova anche i genitori.
6) Altro gelato, panchina e chiacchiere sotto gli ulivi, corse nei prati per cercare di recuperare fiato.
7) Viaggio a ritroso con relativo e pressoché immediato crollo dei due delinquenti appena toccato i sedili.
8) Ritorno a Milano nella canicola più orrenda e varie amenità con bambini nervosi e voglia solo di dormire.
Bene questa è la giornata. Il posto è molto carino, se ci si organizza come le famiglie normali - con asciugamani e costumi e qualcosa da mangiare - si può anche godere della frescura lacustre senza essere attaccati dai morsi della fame più nera.
Ma è una cosa sola che volevo lasciare ai posteri.
L'impatto, in queste zone, con la cosiddetta Padania è forte. Sia perché non si capisce niente quando questi parlano, sia perché le cosiddette giunte leghiste, qui, picchiano duro. E non con l'efficienza amministrativa, ma solo con il maquillage e una profonda, radicata, ineluttabile e irriformabile demenza.
E quello che ho visto ieri è stato il peggio del peggio.
Attendevamo il traghetto per il ritorno, con 50 gradi all'ombra. Anche il venditore africano di ciarabattole faticava a respirare.
Nell'attesa che fai?
a) dici ogni due secondi ai due disgraziati di non cadere nel lago.
b) ogni quattro secondi bevi illudendoti che tra poco venga a nevicare.
c) guardi la posta ogni sei secondi sull'iPhone sperando che qualcuno ti abbia scritto (andrebbe bene anche lo spam).
d) guardi il lago ogni 10 secondi sperando di vedere il traghetto che invece deve arrivare tra mezz'ora almeno
e) ti guardi in giro.
E guardandomi in giro mi è cascato l'occhio.
Al molo del traghetto, dove in genere si concentrano le informazioni turistiche sul lago, ci sono due manifesti (circa 70x100) che illustrano la fauna lacustre. Se ne vedono dappertutto di questi manifesti. C'è la foto del pesce, il suo nome, e quali sono le sue caratteristiche, in due righe. Non so a chi interessano, ma qualcuno senz'altro.
Ogni manifesto ospita circa una decina di pesci.Allora ho cominciato a leggere per ingannare l'attesa.Foto del pesce, sotto il nome del pesce in italiano e in inglese, con relativi testi di spiega (uellà, anche in inglese, svegli 'sti isolani...).Ma quando la mente un po' si snebbia mi accorgo che il nome del pesce in grande non è in italiano. L'italiano è in piccolo sotto. La definizione principale è in dialetto!!!Vi allego due foto per capire meglio.
Il contribuente di Mont'Isola, quando paga le tasse, versa senz'altro una quota per attività di valorizzazione del territorio a scopo turistico. In cambio cosa ottiene, dall'illuminata giunta locale? Manifesti fotografici con pesci sfuocati che parlano bresciano o bergamasco, e che forse ogni volta che vengono pescati urlano 'Pota!'Ma vi rendete conto a che punto siamo arrivati?Ho giurato che non ci metto più piede. Che tristezza culturale...La faccio troppo spessa, come si dice a Milano?
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