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Democrazia sospesa, anno I

Creato il 12 novembre 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Un anno di governo Monti, il più politico tra gli esecutivi tecnici che il nostro paese abbia mai conosciuto. Un esecutivo che ha regalato Italia ed italiani alla logica della bank-o-kraziaInutile accostare il proprio nome ad atenei d’eccellenza e ai presunti incensi dispensati dagli aspersori di una   Unione Europea, che tratta meglio i nostri banchieri di quanto non faccia con i terremotati dell’Emilia. Inutile mettere in risalto la palese inadeguatezza a guidare un paese in cui la tenuta sociale è a rischio.

La torta è di quelle amare, la ricetta di quelle fallimentari, il risultato è semplicemente disastroso: che piaccia o no, l’esecutivo dei bocconiani spegne oggi la prima candelina, ma le cifre dell’attività di governo sono impietose e dipingono una nazione sempre meno interessata ai giochi di potere dei potentati economici e finanziari, colpevoli di aver ridotto sul lastrico il paese.

Il tanto temuto spread, figlio di un’unione monetaria iniqua, è in effetti sceso di un centinaio di punti e poco più. Peccato che a questo non possa ricollegarsi un effettivo miglioramento delle condizioni di vita degli italiani, sempre alle prese con un lavoro che non c’è ed una pressione fiscale divenuta ormai intollerabile.

L’incapacità di fornire risposte in merito, produce i mostri della realtà distorta, gli sfigati di Martone come i “choosy boys” della Fornero, per finire con gli annoiati di Mario Monti: hanno ormai stravolto una realtà, arrivando persino a negare le verità statuite dalla Costituzione (ricordate?) pur di convincere i cittadini di una indispensabile, necessaria, dovuta sudditanza rispetto all’eminenza della direzione di governo portata avanti da chi ha scritto libri, forse qualche teoria, ma che è troppo distante dalle reali condizioni di vita di un popolo che dovrebbe essere governato con consapevolezza. E pensare che Bersani ha offerto a miss Intesa Sanpaolo un posto in un ipotetico governo successivo alla vittoria elettorale del PD: un pessimo spot per le primarie che vedranno impegnato il segretario dei Democratici, un assist per Renzi se il popolo italiano avesse un minimo di coscienza politica. Pericolo scampato, quindi, benché affermazioni simili dovrebbero far riflettere su potenziali sostegni al Partito Democratico per le prossime Politiche.

La disoccupazione è salita di oltre un punto percentuale: si finge colpevolmente di ignorare che un’autentica ripresa è possibile soltanto con una politica del lavoro che assicuri alle aziende la possibilità di assumere, senza subire il salasso di una pressione fiscale insostenibile. Ed i consumi rimangono fermi al palo, con la complicità dei salari che non accennano a salire. Diciamolo pure: la riforma Fornero ha ottenuto l’unico effetto di rendere più semplici i licenziamenti. Un governo capace, consapevole del proprio ruolo, avrebbe dovuto tassare all’inverosimile tutti quei rapporti di lavoro precari, atipici, temporanei, nell’ambito di una politica del lavoro volta a scoraggiare l’utilizzo di forme di contratto differenti da quella a tempo indeterminato. Ma questo avrebbe forse scontentato la minilobby delle agenzie per il lavoro, direttamente dipendenti da finanziarie ed istituti di credito (Comarfin e Unicredit, per ricordarne un paio).

Intanto le prerogative della casta sono intonse: non si possono tagliare le pensioni dei grand commis di stato, è sempre più facile divorare quelle della povera gente, ormai ridotte al livello di un obolo.

Democrazia sospesa, anno I

Ma ci sono altri disastri da considerare, nell’ambito di un’agenda Monti che sembra essere diventata l’unica verità assoluta di un paese abbondantemente oltre il baratro: il mercato immobiliare è ormai un ricordo, le botteghe dei centri storici si svuotano dei manichini in vetrina, per esporre laconici cartelli colorati con su scritto “vendesi” o “affittasi”. Persino l’avere investito sul mattone, qualche anno addietro, potrebbe essersi rivelato un mezzo bluff, considerata la tassazione cui sono stati sottoposti gli immobili, per racimolare qualche soldo da offrire come garanzia ad un Europa che non meritiamo e che non ci merita.

E il famigerato debito? Quello è destinato a crescere, non c’è speranza alcuna, perché Monti non può fare miracoli. Certo, ma nessuno glieli aveva chiesti. Anzi, a ben vedere, nessuno gli aveva chiesto alcunché.

Non si aspetti un “grazie”, il signor M. Non si aspetti un grazie per aver spinto l’Italia nel baratro che compete ai paesi a democrazia sospesa.

Buon compleanno, Governo Monti. Sperando che il primo sia anche l’ultimo, come diceva quella canzone che cantavano allo stadio…


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