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In Mesopotamia, nelle culture babilonesi, sumere, accadica e caldea, come anche in Persia, la terra d’origine dei Magi, si trovano numerose attestazioni di rituali di magia cerimoniale.
Per i Babilonesi, i nomi erano più di un semplice modo per distinguere un dio da un altro. Essi erano una componente della personalità del dio e una sorgente del potere divino. Recitando correttamente gli incantesimi, essi credevano di poter intercettare quel potere e obbligare il dio ad agire per loro conto.
Gli Assiri diedero molti nomi agli spiriti: da ricordare sono utukku (spirito), Alu (demone) Lilu (fantasma, le versioni femminili comprendono Lilitu e Ardat Lili) e Gallu (diavolo).
Essi credevano anche che ci fossero molti spiriti maligni e che fossero diffusi ovunque.
Per questo vi era una prima classe di sacerdoti e di veggenti deputata a comprendere i fenomeni e a spiegarli agli uomini nei loro significati più reconditi. E una seconda classe, quella degli esorcisti, svolgeva il compito di allontanare gli spiriti e il male che il veggente aveva presagito. Le loro competenze non li elevavano a un rango superiore: erano professionisti come gli altri che avevano appreso il mestiere attraverso l’insegnamento fornito da manuali e da maestri.
Anche la credenza nelle streghe era diffusa nell’antica Babilonia. Le streghe potevano utilizzare il potere dei demoni per rendere miserabile la vita delle persone, in diversi modi. Questi comprendevano la possibilità di puntare sugli uomini “l’occhio del Male”, usando formule magiche e pozioni, recitando incantesimi ed effettuando azioni simboliche
Molte fonti antiche riportano esempi di pratiche magiche, come l’utilizzo di “parole magiche” che avevano il potere di comandare gli spiriti; l’uso di bacchette ed altri oggetti rituali; il ricorrere a un cerchio magico per difendere il mago contro gli spiriti invocati; l’utilizzo di simboli misteriosi o sigilli per invocare gli spiriti;l’uso di amuleti che rappresentano l’immagine del demone per esorcizzarlo.
Gli stregoni-sacerdoti provavano spesso a combattere tali azioni simboliche stringendo un’alleanza con esseri soprannaturali più potenti e disfacendo simbolicamente l’operato posto in essere dalle streghe.
Comunque, il più grande apporto culturale del Medio Oriente consisté nell’astrologia: l’osservazione degli astri era non solo magicamente inscindibile dal computo del tempo, ma anche strettamente legata ad ogni evento naturale.
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