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Denegazione logica, psicologia democrat

Creato il 08 aprile 2013 da Angelonizza @NizzaAngelo
cinguettio mattutino

cinguettio mattutino

Così oggi Bersani su Repubblica: «No al governissimo, altrimenti arriveranno giorni peggiori». Grossomodo così sempre il leader dei democrat prima che il Colle varasse i dieci saggi: «No al governissimo, ma fiducia in Napolitano». Sabato l’ex segretario Franceschini confessa al Corriere che è con Berlusconi che bisogna dialogare. Il Pd è in bambola come un sonnambulo e in preda al dormiveglia sogna e al mattino racconta storie tipo quelle del bimbo di Freud. È un aneddoto assai conosciuto quello di un ragazzino in analisi, protagonista di viaggi onirici con la madre, che se l’uccideva o la possedeva finiva sempre col negare l’identità di lei. «La donna del sogno non è mia mamma».

Sigmund Freud
Le somme tirate dallo psicanalista, però, ribaltavano il senso della frase e affermavano che sì quella lì era proprio la madre. Nel sogno cioè la figura femminile si mostrava senza equivoci, mentre lo stato di veglia la ricacciava ogni volta da capo. Negandola, il bimbo riasseriva la donna e proprio questo andirivieni fra presenza e assenza, essere e non essere, era causa di fisime, ossessioni, tormenti, manie. La denegazione logica riabilita ciò che fin da subito intende annullare. A valle di questo meccanismo, vi è la maniera regolare, e non patologica, di funzionamento della negazione. Della parola ‘non’ inserita nei nostri discorsi. Il segnetto è lungi dal cancellare il contenuto semantico dell’espressione che lo segue, ma lo conserva. Negare qualcosa, infatti, non significa indicarne il contrario, esautorando il significato del termine negato: ‘non’ bianco uguale nero. Negare qualcosa, invece, apre a una plurivocità di significati diversi dal termine negato che rimarrebbero negletti se non avessimo a disposizione questo importante arnese linguistico: ‘non’ bianco non è necessariamente nero ma un colore differente dal bianco.

Ora, il Pd rende pubblici gli incubi di tutta una notte, che dura più o meno da sei anni, e quando col fare del giorno parla, dice cose che rieditano contraddizioni interne mai sanate, mai ricalibrate dentro frasi univoche, chiare e distinte. Una volta si diceva… di sinistra.



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