Pioggia e brutto tempo favoriscono l’introspezione, la profondità delle idee, la riflessione profonda. Lo dicono i soliti eminenti studiosi, ormai famosi per la quotidiana riscoperta dell’acqua calda; un po’ come Saviano.
Sono felice di aver ricominciato a lavorare. Non di aver risolto una situazione ancora quanto mai incerta, ma di muovere almeno le mani per guadagnare un migliaio di euro che vedrò, se tutto va bene, fra tre mesi. L’unica introspezione che posso permettermi questa mattina è quindi lo scavo archeologico del mio conto corrente, ridotto a non più di qualche centinaio di euro.
La ragazza di Messina l’ho ricevuta ieri. Il lavoro sarebbe anche interessante ma, come al solito, mi ha correttamente avvertito del fatto che sarò comunque in gara con altre strutture. La cosa non mi preoccupa più di tanto. Ho lavorato gratis per mesi, una settimana più o una meno non mi cambieranno di certo la vita.
Quello che davvero mi sta esaurendo è lo stillicidio di visite dalla dentista. Con ieri sono al quinto appuntamento e al terzo dente. Da piccolo, le visite dal pediatra, un vecchio medico di origini asburgiche che assomigliava a Geppetto, erano accompagnate da un piccolo regalino: un’automobilina, qualche soldatino e cose del genere. Forse è per questa reminiscenza che ogni volta che esco dalla dentista mi infilo in una libreria. Anche volendo non potrei ignorarle; in meno di cinquanta metri, sono costretto a vedere le vetrine della Feltrinelli, della Libreria del Corso e della Libreria Puccini. Così, appuntamento dopo appuntamento, torno sempre a casa con un libro in mano. Ho approfittato degli sconti del 25 per cento sugli Oscar Mondadori, per comprare Petrolio di Pier Paolo Pasolini, della tessera sconto della Feltrinelli per L’isola di Sukkwann di David Vann e degli sconti del 25 per cento su tutto della Libreria del Corso, per La moneta di Akragas di Andrea Camilleri e La versione di Barney di Mordecai Richler.
Ora spero di finirla presto con questi denti maledetti perché, dieci euro alla volta, ne ho già spesi quasi quaranta in due settimane, ed è una cosa che non posso permettermi di continuare a fare ancora per molto.
Magazine Lavoro
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