La depressione è forse la malattia più diffusa ai giorni nostri.Parlo di “malattia”, perché la depressione è sì uno stato mentale, ma produce tutta una serie di patologie a livello fisico, quali l’emicrania, la gastrite, l’ulcera duodenale, l’asma, le allergie, l’orticaria, ecc…Per questa ragione, i medici affrontano la depressione, il più delle volte con degli psicofarmaci, perché non vanno solo a curare la causa mentale, ma tentano anche di risolvere le patologie correlate.Anche se gli psicofarmaci danno un certo sollievo, non riescono tuttavia a risolvere la causa più profonda, quella che nasce da un problema esistenziale o spirituale.Può la depressione essere affrontata anche da un punto di vista cristiano, cioè andando a risolvere i problemi psicologici e spirituali che l’hanno generata?Molti sono convinti di sì, benché talvolta sia necessario appoggiare il proprio lavoro spirituale con delle cure mediche (nei casi in cui la depressione è profonda e duratura).Andiamo innanzitutto a considerare l’etimologia della parola: il termine “depressione” viene dal latino “depressio” che indica uno stato di abbattimento, di infossamento, di avvallamento.Se immaginiamo che la nostra vita sia una linea retta in piano o meglio in salita, la depressione ci porta a scendere, ad inoltrarsi in un infossamento, in una buca, dalla quale è molto difficile risalire.Quando cadiamo in una buca profonda è indispensabile che qualcuno ci tenda un mano, opponendo una forza nella direzione opposta a quella della terra. Solo così possiamo uscire dalla buca!Anche nel caso della depressione psicologica, è quasi impossibile per un uomo/una donna uscire autonomamente da questo stato di abbattimento; un intervento dall’esterno, sia nella persona di un curatore d’anime, o di uno psicologo, sono importanti per risalire la china ed uscire dallo stato di tristezza e prostrazione causato dal dolore.
Le causeLa depressione non è solo un male dei nostri giorni: anche in passato gli uomini e le donne ne sono stati afflitti. La letteratura e gli scritti filosofici di molte culture, ce ne parlano; andando ad indagare nella storia personale degli scrittori, si possono individuare le cause della loro sofferenza psicologica.Ad esempio, il caso emblematico di Giacomo Leopardi ci dimostra che un'infanzia senza affetti, senza amicizie, senza svaghi, senza reali contatti umani (se non quelli epistolari) conduce facilmente alla depressione.Potremmo citare altri esempi molto conosciuti, ma giacché siamo cristiane, attingiamo da quella che è la fonte letteraria più attendibile per noi ... la Bibbia. Anche nella Parola di Dio abbiamo alcuni esempi di uomini che hanno traversato il tunnel della depressione, lasciandoci delle testimonianze.Citerò solo due esempi, Davide il re d'Israele, e Giobbe; andando a leggere la loro storia, scopriamo quali sono le cause che hanno generato la loro depressione. Molti salmi di Davide ci parlano di questo stato di malinconia profonda, di tristezza; voglio citare un salmo che è emblematico su questo argomento:“Finché ho taciuto, le mie ossa si consumavano,tra i lamenti che facevo tutto il giorno.Poiché giorno e notte la tua mano si appesantiva su di me,il mio vigore inaridiva come per arsura d'estate.” (Salmi 32:3-4)La depressione, in questo caso, nasce da un cattivo rapporto con Dio; Davide ha commesso un grave peccato e dunque è schiacciato dal senso di colpa. Questa relazione di comunione che è stata interrotta dal peccato, è la causa di una depressione per il salmista. C’è un altro salmo di Davide, significativo su questo argomento:“Ma quasi inciamparono i miei piedi;poco mancò che i miei passi non scivolassero …Poiché son colpito ogni giornoe il mio tormento si rinnova ogni mattina.” (dal Salmo 73)In questo caso la depressione nasce dal fatto che il salmista ha subito delle gravi ingiustizie, si sente colpito dall’esterno e non capisce perché Dio non intervenga per aiutarlo e risollevarlo dalla sua situazione dolorosa.Accade a Giobbe la stessa cosa, ma nel suo caso, egli pensava che il colpevole fosse Dio; si sente colpito da una forte ingiustizia divina, perché ha sempre voluto essere integro e devoto ed è stato ripagato da tutta una serie di calamità.“Mi lamento forse di un uomo?E come farei a non perder la pazienza?Guardatemi, stupite,mettetevi la mano sulla bocca.Quando ci penso, ne sono smarrito,e la mia carne è presa da un brivido.” (Giobbe 21:4)Naturalmente Dio non era colpevole della situazione di Giobbe, ed egli ne uscì purificato e spiritualmente più maturo, quando comprese che non doveva addossare ad altri la colpa della sua tragedia.Nel caso di Giobbe, la depressione fu un periodo di maturazione e di crescita che lo condusse a conoscere meglio Dio. Prima della depressione Giobbe aveva "sentito parlare" di Dio; dopo, Giobbe aveva "visto" Dio nella sua sofferenza.Questi casi biblici ci dimostrano che la depressione può nascere da circostanze dolorose esterne all’uomo, per una malattia, o per un peccato commesso e dal relativo senso di colpa.
Ma si incontrano facilmente molte altre cause della depressione:
- i traumi subiti durante l’infanzia,
- la difficoltà di relazione con il prossimo (nel mondo del lavoro, della scuola, in famiglia),
- la mancanza di valore che si dà alla propria persona (a causa di insuccesso, di fallimenti scolastici, lavorativi, divorzi, ecc.)
Come si riconosce?Come si riconosce la depressione? Dal fatto che, inizialmente, si ha una stanchezza generale, si è scoraggiati riguardo al futuro, si è deboli e incapaci nell’affrontare anche le attività più semplici della giornata lavorativa, si è ansiosi nei confronti delle persone che amiamo. Successivamente questi sentimenti si trasformano in una forma di astenia più forte, una malinconia che non si allontana, un sentimento di totale abbandono rispetto alla vita.Nel caso specifico di un cristiano, il figlio di Dio non è più in grado di confidare in Lui per il proprio futuro, non riesce più a credere che le promesse del Padre celeste si compiranno, la fede lascia il posto allo scoraggiamento, allo sconforto, alla delusione riguardo a Dio. La preghiera non è più un soccorso possibile e nemmeno la lettura della Parola di Dio.Molte depressioni nascono improvvisamente, perché una serie di pensieri negativi diventano il leit-motiv della giornata; è come se si insediassero pian piano nella mente, fino ad occuparne tutto lo spazio. La persona in questione ne è tormentata notte e giorno, finché la depressione diventa evidente anche alle persone che la circondano.Giobbe diceva:«Io provo disgusto della mia vita;voglio dar libero sfogo al mio lamento,voglio parlare nell'amarezza dell'anima mia!” (Giobbe 10:1)Cerchiamo di trovare degli indizi, capaci di discernere se siamo afflitti da una qualche forma di depressione.
Irritazione. Uno dei sintomi primari della depressione, è un’eccessiva irritazione e l’incapacità di rispondere con gentilezza e pacatezza alle domande che ci vengono rivolte. Questo crea delle relazioni difficili con la famiglia, nel mondo del lavoro e con gli amici. Altre persone, al contrario, diventano eccessivamente accondiscendenti, incapaci di reagire alle offese, agli attacchi esterni; si installa una sorta di passività che non è normale.Insonnia. Molte persone vedono arrivare la depressione quando la notte sono incapaci di riposare, e di ricuperare le forze fisiche e psichiche. Il problema nasce a causa di pensieri che arrovellano il cervello e che impediscono alla persona di prendere sonno. Ma l’insonnia pian piano cronicizza e diventa un’abitudine nociva.Ossessioni. I pensieri negativi hanno il potere di generare uno stato mentale negativo continuo e di insediarsi nella mente in modo permanente. Questi pensieri negativi, che generalmente hanno poca attinenza con la realtà, diventano una sorta di ossessione; la persona diventa dunque incapace di considerare la realtà con verità, e ha una visione deformata della propria situazione. Non ha più la capacità di giudicare oggettivamente le cose, ma soppesa ogni situazione dal proprio personalissimo punto di vista negativo.Pianto irragionevole. La persona depressa ha una tendenza al pianto immotivato, che non è nemmeno generato da vere situazioni di disagio.Autocommiserazione. La persona depressa è convinta di essere al centro di una congiura, di essere vittima delle circostanze, della propria famiglia, del proprio destino, della società, del mondo del lavoro. Si instaura così nei suoi pensieri una forte autocommiserazione, un compatimento irragionevole del proprio stato, dei propri comportamenti (anche quelli sbagliati). Chiunque cerchi di portare equilibrio in questi errati ragionamenti, viene immediatamente tacciato di insensibilità, di freddezza, di egoismo e spesso viene azzittito con sarcasmo.Incapacità di gestire le proprie emozioni. La persona depressa è travolta dalle emozioni, dai sentimenti ed è incapace di trattenere il pianto, il riso, le urla, ecc… Infatti il depresso può passare in poche ore da uno stato di euforia irragionevole, a momenti di tristezza profonda, di ansia illogica. Questo stato emotivo altalenante affatica moltissimo e provoca nella persona forti stress.
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